domenica 31 luglio 2011

amore, amaro

Cari amici e lettori de"Il peccato veniale", è una giornata di sole splendido, proprio l'ideale per innamorarsi infinitamente della vita! Quale cura, balsamo migliore, per lasciare andare via ogni stress, cattivo pensiero, sentimento negativo, amare. Ma a volte accade che, come in questa leggenda marchigiana "La grotta dell'infinito", l'odio e la cattiveria riescono a saziarsi per il male che ne secernono.



Presso la Badia di San Vittore, vivevano due giovani bellissimi, perdutamente innamorati. Ma nonostante fossero legati indissolutamente da un grande e profondo amore, le rispettive famiglie, ammorbate da un'odio reciproco, impedirono con ogni mezzo la loro unione. Disperati ed angosciati i due innamorati per questa situazione che non si riusciva a risolversi, decisero...

per i maschietti soli

Cari amici maschietti de "il peccato veniale", con il periodo di ferie molti mariti rimangono soli a casa. Questo video, che insegna come costruirsi un oggetto utilissimo e che farà impazzire di gioia vostra moglie al ritorno dalle ferie, l'ho trovato su di un blog del riciclo. Spero di farvi cosa gradita e d'aver dato una mano ai maschietti soli ma anche a qualche femminuccia con poca manualità. Buona domenica a tutti!

sabato 30 luglio 2011

insetticida vegetale naturale

Sarracenia purpurea
Nepenthes hookeriana
Sicuramente è l'insetticida più naturale che ci sia! Purtroppo è molto difficile coltivare questi splendidi vegetali. Sono piante tropicali, abituate ad un certo tipo di clima, particolarmente umido e caldo, anche se esistono diverse eccezioni.Nell'ambiente naturale crescono fino a notevoli dimensioni. D'altra parte nei paesi tropicali gli insetti sono di dimensioni mega e le " isetticida vegetali" si adattano diventando enormi per avere la capienza adatta agli insetti del luogo. Quì da noi, con zanzarine e moschine, diventano sfaticate non è necessario che crescano tanto...non so se sia così veramente stà di fatto che nel nostro ambiente rimangono piccole.

giovedì 28 luglio 2011

bevanda che fù

come bevanda che fu. Cari amici e lettori de"Il peccato veniale", oggi vorrei proseguire, con la rivisitazione di tutto ciò che ha contribuito all'evoluzione dell'umano essere, nel passato, presente e futuro.
Come avete notato seguirò un'ordine alfabetico, cercando quanto più possibile di trovare aspetti, tecniche, cibi ed usanze varie.

il dio Bacco
Le bevande alcoliche, senz'altro sono quelle più conosciute nell'antichità. Erano prodotte per fermentazione, e da quasi tutte le civiltà erano usate, sia per ragioni mediche (in alcuni posti e periodi non era disponibile acqua sicura) o igieniche (in quanto l'alcool ha proprietà antisettiche), sia come integratori alimentari (per il loro apporto di zuccheri), sia per scopi gioviali, finanche, ispirazione artistica oppure come afrodisiaci.
Non per nulla i distillati alcolici sono stati da sempre definiti...

La spiritualità di Tiziano Terzani

 Sette anni fa moriva Tiziano Terzani un uomo che ha saputo miscelare, coscientemente, la spiritualità dell'oriente con la razionalità dell'occidente. Giornalista, due lauree, parlava quattro lingue. Non voglio dire altro di questo incredibile personaggio. Quest'uomo va ascoltato, va letto, e va emulato. Tutti noi dovremmo seguire la sua grande lezione di vita.
Leggetevi questa intervista a Tiziano Terzani


                 

mercoledì 27 luglio 2011

amarsi prima di morire

Che cosa c'è di male a fare quel che mai avresti fatto, pensato di fare oppure di proferire, di amare per poi morire.


Che male si farebbe ad evadere ogni tanto, dalla  realtà che in fin dei conti mai ci apparterrà.
Che male ci sarebbe nel dire ciò che pensi e magari pensare poi a quel che hai detto.
Che ci sarebbe di male nel fare del bene a chi ne ha di bisogno solo per il meraviglioso piacere che si prova nel farlo.
Che male ci sarebbe nel vedere ciò che è buono cosi com'è, ed il nero cosi come tanto nero non è?
Che male ci sarebbe nel pensare sempre e comunque bene di chi ti stà accanto invece di pensare al proprio resoconto?
Quanto male che facciamo, nel momento che non più amiamo.

addio a mio padre

Ricevo, alle undici di sera, una telefonata dall'ospedale. Non c'erano ancora , nel 1989, i cellulari a portata di tutti come ora e mia madre faticò per poter arrivare ad un apparecchio per dirmi:<<corri tuo padre sta morendo!>> Non avrei mai voluto perdermi l'ultimo saluto a mio padre. Avevo ancora cose da dirgli, volevo raccontargli come sarebbe stato bello andare nel suo altrove, volevo raccontargli la verità glielo avevo promesso:<<Quando ti rimarrà poco tempo da vivere te lo dirò, promesso!>>. Corsi in ospedale e lo trovai in uno stato d'agitazione e di incoscienza. Chiamai i medici e mi dissero che era iniziata la fine, questione di due o tre ore. Gli feci staccare le flebo, la trasfusione, e tutti i fili che gli pendevano dal letto, lo liberai da quei “legacci” che lo inchiodavano tutta la giornata a letto da quasi un anno. Gli presi una mano, finalmente libera dall'ago, e iniziai a cantargli una nenia. Si calmò e un respiro lieve lieve mi indicava che ancora era con me. Gli parlai, vicino al suo orecchio sinistro, di quella volta che lui.....e quando io tornai da …..e quando mi disse che....beh io invece pensai che.....e gli dissi <<Ti perdono papà per non esserci stato, ti perdono per non avermi accarezzato, ti perdono per non essere stato......ti voglio bene papà e ti ho sempre amato ma non mi mancherai ... >>. Poi all'orecchio destro gli sussurrai di quanto fosse bello l'altrove e di come sarebbe stato bene senza dolore, senza peso, senza corpo. Leggero come una farfalla avrebbe volato per la stanza ..e ancora <<papà guarda la luce segui la luce e ti porterà a casa, non opporti lasciati andare, vai vai vai via vola....>> Erano passate ore e alle 4 del mattino, mentre ancora sussurravo a quell'orecchio, mio padre smise di respirare; lo guardai mentre i suoi occhi guardavo dritti nei miei e il suo volto si increspava in un sorriso. Mio padre mi aveva salutata ed ero serena. Questo ricordo lo porto nel cuore come una cosa rara e lo ritengo il momento più intenso che ho vissuto con mio padre.

martedì 26 luglio 2011

La svagata

NON ABBANDONATELI

Questa è Asia una cucciolotta lagotta tartufaia e amica di Molly. Una biricchina, sfaticata e fannullona, se ne va in giro con il tegame in bocca ad elemosinare cibo da chiunque. Legolas la chiama la Svagata perchè da veramente l'idea di essere una menefreghista. Invece è tenerissima e dolce...è solo cucciola e vuole sempre giocare. Mio marito l'ha fatta tosare dal tosatore. Spendiamo di più per far tosare i cani che quello che spendiamo noi dal parrucchiere! Ma va bene così, loro sono i nostri bambini!
Come si fa ad abbandonarli?

un cuore grande cosi!

Cari amici e lettori de "Il peccato veniale", senza troppo rumare abbiamo deciso, cosi quasi senza volerlo, assieme a Galadriel, di aprire una categoria dedicata esclusivamente all' amicizia, si ma quella vera! Quella che senza interessi egoistici e senza pretendere nulla in cambio, insomma un'amicizia che soltanto creature dal cuore e dall'anima pura sanno dare; Totò (Antonio De Curtis), in una scena dei suoi indimenticabili film, disse: Più conosco l'essere umano e più sento di amare gli...Animali!


Balto, era un cane Siberian Husky, nato approssimativamente nel 1919 e morto il 14/03/1933, appartenente a un certo Leonhard Seppala (di origine norvegese). Vinse tutte le più grandi corse di cani da slitta col suo inseparabile amico Togo. Le sue gesta fecero si che venisse realizzato nel 1995 anche un film d'animazione, diretto da Simon Wells e prodotto da Steven Spielberg, che narra solo in parte la sua mitica, inimitabile, storia. Ciò che lo rese famoso fù quando nel Nel 1925, per l'esattezza il 19 gennaio, nella città di Nome, in Alaska, scoppiò...

Frittata soffice

Una frittata semplice da fare per una cena improvvisata.

4 cipollotti lunghi tagliati a rondelline- 2 cubetti di spinaci congelati – 5 uovafresche-
100grammi di ricotta di pecora- 50 grammi di pecorino grattato- sale -pepe- olio d'oliva.

In una padella (cm.32) versare 5 cucchiai di olio d'oliva, cipolla, spinaci tritati . Cuocere per 10 minuti, e aggiustare di sale e di pepe. Lasciare raffreddare, mentre in una ciotola stemprare ricotta con formaggio e con rossi d'uovo. Impastare bene e aggiungere i bianchi d'uovo montati a neve.

Aggiungere la verdura cotta e tiepida all'impasto mescolare delicatamente. Foderare una teglia da forno, con bordo alto di diametro 28/30, con carta da forno e versare il composto. Infornare a 180 gradi per 30 minuti. Sfornare la frittata, lasciare raffreddare e tagliare a tronchetti. Servire con verdure fresche.

domenica 24 luglio 2011

Abito che sarà

come Abito che sarà!
Niente di più incredibile! Avremo un abito fatto su misura spruzzandoci addosso, un miscuglio di fibre, con una bomboletta spray.

Sarà in arrivo tra un paio di anni la maglietta spray.

Il designer spagnolo Manel Torres, con l’aiuto di Paul Luckham, professore di tecnologia delle particelle presso l’Imperial College di Londra, ha creato uno speciale liquido composto da solventi, polimeri e fibre tessili, che spruzzato sul corpo con una bomboletta spray solidifica in quindici minuti diventando stoffa a tutti gli effetti.

La maglietta spray può essere inoltre decorata con colori anch’essi in bomboletta, se si vuole un abito più spesso bastano più spruzzate, la si può anche personalizzare con i profumi preferiti e dopo l’uso può essere tolta come...[...]

sabato 23 luglio 2011

continua la responsabilità

Rprendiamo da Qui 

I nevrotici, proprio perché tendono ad assumersi tutte le responsabilità, possono essere degli ottimi genitori., sempre che le loro nevrosi non siano troppo vistose ed essi non siano talmente sommersi da altre responsabilità da non avere più tempo ed energie da dedicare ai propri figli. I caratteropatici, al contrario, sono dei pessimi genitori, beatamente inconsapevoli di comportarsi spesso con i figli in modo assolutamente disastroso. Si usa dire che << i nevrotici rendono infelici se stessi, mentre i caratteropatici rendono infelici gli altri>>. Questi genitori tendono a fare ricadere sui propri figli persino la responsabilità della propria vita: <<Voi bambini mi fate impazzire>>, <<L'unico motivo per cui sopporto ancora vostra madre ( o padre) siete voi figli>>, <<Vostra madre si è fatta venire l'esaurimento per colpa vostra>>, <<Avrei potuto frequentare l'università e costruirmi un avvenire se non avessi avuto voi figli da mantenere>>. Con queste frasi questi genitori dicono in realtà ai propri figli: <<Siete voi i responsabili della mia infelicità coniugale, della mia cattiva salute, del mio scarso successo nella vita.>>
Peck racconta di essere guarito a trent'anni dalle sue tendenze caratteropatiche: << A quel tempo facevo il mio internato in una clinica psichiatrica diretta da Mac Badgely. In quella clinica..[...]

tre leggende per tre punte

Cari amici e lettori de"Il peccato veniale", oggi vorrei parlarvi, anzi narrarvi, una leggenda che parla dell'origine di una regione italiana tra le più belle e martoriate al mondo, la Sicilia.

La gente siciliana, nella loro fervida fantasia dovuta alla loro viva spiritualità, determinata dal clima mediterraneo e dal suo frizzante modo di fare, è riuscita a trasfigurare in leggenda anche l'origine stessa della loro terra e, l'ignoto poeta popolare insito in ognuno di loro ha definito la Sicilia come un dono prezioso fatto da Dio al mondo in un momento di suprema gioia. Pertanto la Sicilia non sarebbe altro che la metamorfosi di un diamante posto da Dio nel mezzo del mare per la felicità del mondo perciò il "poeta popolare" conclude che: la chiamaru " Sicilia " li genti, ma di l'Eternu Patri è lu diamanti!
Anche il cantastorie popolare crea le sue leggende su come ebbe origine la Sicilia, e fa anch'egli opera di poesia. I tre progenitori, che danno alla Sicilia la peculiarità di un'aspetto triangolare, sarebbero...

venerdì 22 luglio 2011

Muggine ai peperoni stufati

Muggine ai peperoni stufati  un piatto povero dei pescatori romagnoli.

Ingredienti: 1 muggine- 1 grossa cipolla- 3 peperoni, uno rosso, uno verde e uno giallo-3 pomodori- olio d'oliva- sale- prezzemolo o basilico- farina per infarinare il pesce.
Esecuzione: Pulire bene il pesce dalle scaglie e dalle interiora, tagliarlo a pezzettoni e infarinarlo. Tagliare la cipolla e i peperoni a striscioline. Farne un soffritto con olio d'oliva, aggiungere i pomodori tagliati a pezzettoni e lasciare cuocere a fuoco medio.
Aggiungere il pesce infarinato, cuocere a fuoco medio 10 minuti da una parte e 10 minuti dall'altra, aggiustare di sale e una bella manciata di prezzemolo tritato oppure basilico a piacere. Buon appetito!


 Mangiato e Postato!

un tartufaio fedele

NON ABBANDONATELI

Vi prego non abbandonate i nostri fedeli amici per fare le vacanze!


 Loro ci vogliono bene e non ci abbandonerebbero mai. Questa cagnona è una lagotta incrociata con un setter, ed è una tartufarola favolosa!!! Trova il tartufo da quando è nata praticamente, e si diverte. Gira per le colline, con mio marito, in cerca dei tartufi e non toglie mai lo sguardo da  mio marito. Quando si attarda per una difficoltà del terreno, lei torna indietro, e con lo sguardo preoccupato e non si allontana, finch'è non vede mio marito camminare spedito. Mi raccomando sempre a lei, che si chiama Molly, di stare attenta al suo Dado di vegliare su di lui, mentre vanno a tartufo. Come fanno ad abbandonarli?

Quando andiamo in ferie, Molly rientra nelle spese, la mettiamo in hotel per cani, e vi garantisco che non sono agiata e faccio fatica a mettere da parte i soldini per le ferie. Se non possiamo stare fuori 15 giorni ci staremo 7 e Molly va in pensione.

mercoledì 20 luglio 2011

ad ogni costo la giustizia e la verità!

“È venuto il momento di sapere chi e perché ha organizzato il depistaggio. Si vada fino in fondo". Queste le parole di Manfredi Borsellino, parole che suonano lapidarie. Diciannove anni sono passati dalla morte del padre nella strage di via D'Amelio, ma la volontà di sapere ad ogni costo la verità non è passata, anzi tutt'altro. Anche il fratello del giudice Paolo, Salvatore, non si stanca di volere a tutti i costi la verità: "Dobbiamo stringerci attorno ai magistrati che a Palermo, a Caltanissetta e a Firenze stanno cercando di togliere quel pesante velo nero che ha impedito di arrivare ai mandanti occulti delle stragi", tuona davanti al palazzo di giustizia di Palermo, dove ha convocato il popolo delle Agende rosse: "Dobbiamo difendere magistrati come Ingroia e Di Matteo, da aggressioni che vanno di pari passo con una pretesa riforma della giustizia".



Figlio di Diego Borsellino e Maria Lepanto, Paolo nacque a Palermo nel quartiere popolare La Kalsa, quartiere in cui vivevano tra gli altri anche Giovanni Falcone e Tommaso Buscetta.
Dopo aver frequentato le scuole dell'obbligo Borsellino si iscrisse al liceo classico "Giovanni Meli" di Palermo. Durante gli anni del liceo, fù direttore del giornale studentesco "Agorà". Nel giugno del 1958 si diplomò con otto in tutte le materie e nove in greco.
L'11 settembre 1958 la vocazione verso la legalità giustizia e verità gli fece prendere la decisione di iscriversi a Giurisprudenza a Palermo con numero di matricola 2301. Proveniente da una famiglia con tendenze politiche di destra, nel 1959 si iscrisse al Fronte Universitario d'Azione Nazionale, organizzazione degli universitari missini di cui divenne membro dell'esecutivo provinciale, e presto fu eletto come rappresentante studentesco nella lista del Fronte Universitario d'Azione Nazionale "Fanalino" di Palermo.
Il 27 giugno 1962, all'età di ventidue anni, Borsellino si laureò con 110 e lode con una tesi su "Il fine dell'azione delittuosa" con relatore il professor Giovanni Musotto. Pochi giorni dopo, a causa di una grave malattia, morì suo padre all'età di cinquantadue anni. Borsellino cercò allora con l'ordine dei farmacisti di mantenere attiva la farmacia del padre, fino alla laurea in farmacia della sorella Rita. Durante questo periodo...

amicizia imponente

La maestosità di quest'albero, l'imponenza della sua mole, l'antichità della sua vita mi ha attirato a sè.

Un tiglio, amico mio.!

lunedì 18 luglio 2011

Cosi come fosse un dolce pensiero

...un dolce pensiero come fosse un elegante veliero...fiero di essere quel che è!


Dolce pensiero consapevole di com'è! Fianchi larghi forti e robusti pronti a subire ogni sorta di selvaggi flutti...ogni traccia si consuma tra un'onda forte e la sua schiuma.
Pensiero maestoso ed imponente punta il suo muso contro ogni corrente...venti impervi vaccilar faran, ma le sue forti braccia resister potran...Quando il mare della vita agitar vorranno, le sue dita ...dita dure come ghiaccio che entrano dentro...dentro uno stanco braccio...lacerando le tue mura, pensiero dolce, come fossero solo pula...pula al vento che và via. Solo allora si saprà...qual destino ci accogliera!

Un amico fedele

Vi prego non abbandonate i vostri cani per andare in vacanza. Sono i nostri amici più fedeli, ci fanno compagnia, ci amano, ci adorano...purtroppo non ci temono e alcuni di noi gli fanno del male! 
Non fatelo non abbandonateli!
Questa è la mia "bambina" si chiama Chicca ed è un amore. Amici cari la ritengono una personcina ben educata e fedele, capace di amarci entrambi, mio marito ed io, con la stessa intensità. Si preoccupa di darci pari bacini e pari attenzioni. Come fate ad abbandonarli?

domenica 17 luglio 2011

una consueta giornata qualunque

Ieri mattina mi sono alzata alle sette, come al solito, e dopo aver fatto il bagno, lavato i denti, fatto colazione ho iniziato a lavorare e mi sono fatta le mie consuete dieci ore. Nella pausa pranzo ho mangiato come di consuetudine velocemente, ho riattaccato tre piastrelle dello zoccolo del muro esterno di casa mia.


Ho mischiato cemento al colore del muro e l'ho colato fra le fessure che si erano create nello staccarsi. Ho utilizzato, come è consuetudine fare in questi casi,  una spatola e ho impiegato circa mezz'ora e poi via al lavoro fino alle otto di sera. Ho cenato con una fetta di cocomero e di corsa ho ridato una mano di colore sul muro, sono andata nell'orto a raccogliere le melanzane per fare la mussaka, ricetta che ho letto dal blog "chiacchere e pasticci", ho degli ospiti questa sera. Alle otto e quaranta rientro in casa e mi metto a preparare la pietanza per sette persone. Uno scambio di sms con mio figlio mi ridà vigore e mi mette il cuore in allegria. Presto che è tardi ....! Alle undici finisco di assemblare tutti gli ingredienti nella teglia e inforno per quaranta minuti.

La telefonata del mio lui, che è consueto fare ogni sera, dal lavoro, e ritornerà alle 4, mi fa sentire in compagnia. Intanto che cuoce preparo un cosciotto d'agnello per mio suocero che oggi arriva a casa dal mare, e siccome è vedovo e solo ed ha novant'anni, gli faccio trovare la pappa pronta. Preparo il cosciotto, metto le erbe aromatiche, arrostisco sfumo il tutto con la birra e lascio sobbollire. Sono le undici e trenta di sera, ancora un quarto d'ora e la mussaka è pronta! Cosa faccio in questo quarto d'ora? Vado a fare il bagno e mi metto il pigiama. Ritorno in cucina esattamente un quarto d'ora dopo e spengo il forno, faccio raffreddare le ventole per dieci minuti intanto metto fuori il cane. Presto che è tardi...!! Mi dico, perchè domani devo lavorare, la ditta mi ha chiesto un impegno prima di chiudere per le ferie...dire di no? E' mia consuetudine dire quasi sempre di si.

Sono le ventitre e cinquantacinque e sono pronta per coricarmi. Mezzanotte, come cenerentola, sono nel letto e penso soddisfatta a quello che ho fatto. <<Domani viene mio suocero a mezzogiono ed ho tutto pronto, domani sera ho Marcolino e i suoi genitori a cena. Marcolino è magrolino ma apprezza moltissimo il buon cibo e suo papà, un omone enorme,  mangia con gli occhi chiusi per ascoltare meglio il sapore. Sicuramente apprezzeranno la nuova pietanza. Sono soddisfatta>> Chiudo gli occhi e prendo sonno pensando, come sono consueta fare, alle persone che ho nel cuore e sperando di non averne trascurato nessuna.

sabato 16 luglio 2011

morte d'un ruscello

Cari amici e lettori de"Il peccato veniale", quest'oggi vorrei narrarvi una leggenda vald'ostana, una regione bellissima, ricca di paesaggi mitici e figure montuose incantevoli.
La leggenda del Ru Mort, ruscello morto, un racconto che in apperenza sembra banale, senza alcun significato, almeno cosi e parso a me non appena ho iniziato a leggerlo.
Ma come sempre le verità più profonde sono nascoste dietro figure all'apparenza negative, dannose, invece...

Vorrei fare una premessa: Ogni ruscello, durante i periodi di piena, viene sempre sorvegliato da una guardia che tiene sotto controllo l'eventuale spreco  dell'acqua, e che vengano rispettate le quantità e i tempi di irrigazione dei singoli proprietari terrrieri. Era una mattina alquanto torrida di Agosto, quando la guardia del Ru Mort si svegliò è andò a fare il solito giro d'ispezione del ruscello. Però quel giorno, il guardiano ebbe come la sensazione di essere sguito da una presenza oscura e misteriosa. Insospettitosi da tale sensazione, si fermo ad ispezionare una paratia quando, con la coda dell'occhio, notò...

La responsabilità

 Riprendiamo da Qui

Come già detto, affrontare un problema non è un'operazione indolore. Affrontare subito un problema, prima d'esservi costretti dalle circostanze significa posporre qualcosa di gradevole a qualcosa di meno gradevole, significa scegliere la sofferenza nella speranza di una gratificazione futura invece di concedersi un'immediata gratificazione nella speranza d'essere qualche modo dispensati dalla futura sofferenza. I problemi della vita non si risolvono che risolvendoli. Questa affermazione, apparentemente lapalissiana, riesce incomprensibile a buona parte degli esseri umani. E questo perché prima di risolvere un problema, dobbiamo innanzi tutto ammettere che abbiamo un problema e assumercene la responsabilità. Non possiamo risolvere un problema dicendo <<Non mi riguarda>>, oppure sperando che qualcuno lo risolva per noi. Gli sforzi psicologici che compiamo per evitare di assumerci la responsabilità dei nostri problemi, sono talvolta persino ridicoli. Un sergente di carriera di stanza a Okinawa si era messo nei guai per il troppo bere e venne sottoposto ad un esame psichiatrico. Negò d'essere un alcolista. <<La sera a Okinawa non si sa mai cosa fare, non resta altro che bere>>, spiegò.
<<Le piace leggere?>>
<< Oh si certo che mi piace leggere>>
<<Allora perché alla sera non legge invece di andare al bar?>>
<<C'è troppo baccano in caserma>>
<<Perché non va in biblioteca?>>
<< E' troppo lontana >>
<<Più lontana del bar?>>
<<Be' in realtà non è che leggere mi piaccia tanto>>
<<Le piace pescare?>>
<<Moltissimo!>>
<<Vada a pescare invece che al bar>>
<<Sono occupato tutto il giorno>>
<<Conosco persone che vanno a pescare alla sera. Vuole che la metta in contato con loro?>>
<<Be' forse pescare non mi piace poi tanto>>
<<Mi sta dicendo che ad Okinawa ci sono possibilità di fare altre cose, ma ciò che più le piace fare è bere>>
<<SI credo proprio sia così>>
<<Ma questo le sta procurando guai, perciò è un problema che deve risolvere>>
<<In questa maledetta isola nessuno può fare a meno di bere>>
Con rammarico informai il comandante che non potevo fare nulla per lui. Il sergente continuò a bere e si rovinò la carriera. Del tutto opposto invece l'atteggiamento di una giovane signora che, [...]

venerdì 15 luglio 2011

beltà naturale

La beltà che invade i nostri cuori, la beltà che inonda, come una tempesta, le nostre vite...


Quanta bellezza e maestosità nei colori che la natura crea, nell'immensità della perfezione, nell'imperscrutabile profondità dell'impossibile, dell'invisibile, che crea un turbinio di emozioni che soltanto la natural bellezza dei colori, sà donare ai nostri cuori.

giovedì 14 luglio 2011

Insalata con pesce

Con questo caldo meglio consumare pasti freddi. Allora via con le insalate  miste con l'aggiunta di proteine nobili come quelle del pesce.

Ingredienti: cetriolo, pomodoro, insalata gentilina rossa, finocchio,cipolla tropea (facoltativa).3 cucchiai di olio 1 di aceto 1 di senape.sale---- Pesce: gamberi, cozze ( vanno bene quelle congelate già pulite e senza valve) e salmone affumicato ( va benissimo quello a straccetti buono e costa meno). 1 bicchiere di vino bianco.
Tagliare tutte le verdure salare e lasciare riposare intanto che lesserete i gamberi e le cozze nel bicchiere di vino più uno di acqua per 3 minuti. Scolate l'acqua fatta dalla verdura e mescolare al pesce, condire con una miscela fatta dall'olio dall'aceto e dalla senape. Buon appetito! Mangiato e postato

mercoledì 13 luglio 2011

voglia di giustizia e libertà

Cari amici e lettori de"Il peccato veniale", oggi vorrei menzionare nella sezione Uomini e Donne che..., sezione dedicata a personaggi che con il loro sacrificio e dedizione hanno contribuito a cambiare in un modo oppure in un'altro il corso della storia umana, una data storica , imortante e tragica allo stesso tempo, che ha segnato la storia dell' Italia. Il 9 maggio del 1978, data in cui Aldo Moro veniva ucciso dalle brigate rosse, ma è la data in cui la mafia poneva fine alla vita di un'uomo cosi forte e pieno di senso di giustizia in mezzo a gente ed una cittadina, che allora di senso di giustizia non nè aveva a sufficenza: Tonino Impastato.

Tonino era un ragazzo che, nel piccolo della sua città natale, Cinisi, in provincia di Palermo, aveva un forte ed irrefrenabile voglia di giustizia e libertà, e per questo motivo prese una decisione, quella di combattere la mafia. Cinisi, nonostante fosse una piccola città di provincia, aveva anche una terribile peculiarità, era la capitale di Cosa Nostra. Soltanto a 100 passi circa, dalla casa di Tonino, viveva Tano Badalamenti, che a quel tempo era il boss indiscusso di Cosa Nostra.
Il 9 Maggio del 1978 Peppino Impastato fu ucciso dalla Mafia, ed a questo punto molti di voi vi chiederete il perchè, cosa faceva di così pericoloso, fastidioso ?...

martedì 12 luglio 2011

abito che è

come Abito che è!

L'abito, nel medioevo, oltre ad avere la funzione di coprire e di tener caldo, serviva anche ad indicare il ceto sociale di appartenenza. Dopo l’anno mille,l’abito di base per tutto il popolo divenne la tunica.
La tunica era lunga fino alle caviglie,per le donne corta per gli uomini e fermata in vita da una cintura o cordone con fiocchi penduli. Le tasche non esistevano, ma tutti avevano appesa alla cintola la “scarsella”, una specie di borsa in stoffa.

Negli abiti, sia maschili che femminili, erano comuni le maniche, talora di colore diverso l’una dall’altra, attaccate al corpetto con lacci variopinti; essendo la parte più facilmente insudiciabile, potevano essere lavate a parte o sostituite, senza logorare il resto del vestito. Nei secoli XIII e XIV si fece sempre più uso per gli uomini della camicia e delle brache. Nel secolo XIII vennero inventati i bottoni che consentirono di indossare vestiti aderenti e maniche strette. Un altro capo indispensabile era il mantello da usare sopra la tunica; esso per il popolo era normalmente di lana, per i contadini ed i poveri era...[....]

lunedì 11 luglio 2011

raggio di sole

Quando la vista sembra offuscarsi, quando la luce del tuo sole sembra calare, non disperare, perchè i suoi raggi sono sempre li, ed il cammino a termine di faranno portare.

Mille legioni dell'ombra oscura mai nulla potranno, contro il tuo sole, e la tua anima sempre calda sarà, come il sole la sua terra scalderà. Come in terra, i raggi del sole ogni sorta di fiore faranno fiorire, il sole della tua anima, ogni ferità, sempre pronto sarà a lenire.

domenica 10 luglio 2011

aspetta e spreca...

Aspetta e spreca che il fallimento si avvicina!

Sinceramente non capisco! La mia esperienza nel campo finanziario si ferma alla gestione famigliare, ma proprio per questo so che la nozione più semplice, per una buona gestione nei tempi di magra è non sprecare. Venerdi abbiamo avuto una giornata nera in borsa solo perchè il ministro del tesoro forse e dico forse ha detto che si sarebbe dimesso. Colpito anche lui dagli scandali, come del resto succede ormai da qualche tempo a chi contrasta il capo, si vuole dimettere. Qualsiasi casalinga, degna di questo nome, quando i soldi a disposizione sono scarsi, non toglie il cibo dalla tavola non fa stare la sua famiglia al freddo o al buio ma toglierà per primo i divertimenti. Risparmierà sui prodotti per la casa, risparmierà comprando un abito in meno e rammendando quello che ha, non si partirà per le vacanze ed organizzerà una vacanza in casa radunando parenti e amici per una pizza insieme. Una casalinga avrebbe fatto una finanziaria  sicuramente meglio di quella fatta dal ministro del tesoro, che è un economista di fama internazionale. Allora mi chiedo << Ma se non sono degli stupidi se sono tutti espertissimi perchè fanno degli errori così evidenti anche ai miei occhi? Che intento cè sotto a questa facciata del " va tutto bene" ? Stiamo andando verso il fallimento? Stanno tirando i remi in barca e noi beati stiamo zitti mentre s'avvicina il fallimento?>> Per costruire la Tav (tratto ferrovviario per l'alta velocità ) noi la paghiamo 10 volte quello che la paga il resto d'europa, ma se non è uno spreco questo, se non ci indigniamo davanti a queste evidenti ruberie dei nostri soldi, del nostro sudore che versiamo al 60% allo stato, cosa dovrà succedere che ci faccia decidere di alzare la voce?
IL FALLIMENTO? Ma sarà troppo tardi.

sabato 9 luglio 2011

un rinvigorente che si beve

Una bevanda che le mie nonne facevano per dare forza agli uomini quando tornavano dai campi, e ai maschi adolescenti per dar loro vigore. Era tradizione portare una bottiglia di vov fatto in casa, agli ammalati in ospedale e alle partorienti. Era un lungo procedimento di macerazione delle uova nell'alcool, ma se ne può fare una versione molto semplice; è veloce buonissimo e rinvigorente.

Ingredienti: 1/2 litro di latte- 400 grammi di zucchero- 5 uova- 150 grammi di marsala - 150 grammi di alcool a 90°- Procedimento: far bollire il latte con lo zucchero. Separare i tuorli dagli albumi e aggiungere ai tuorli prima il marsala, mescolando con una frusta, poi l'alcool sempre mescolando e versandolo a

vita che si ripete

Uno due tre, madre natura crea un'altra vita tutta per sè, una vita da vedere crescere, una vita da osservare, giudicare, ammonire e poi plasmare.

Uno due tre, questa vita capisce e riflette da sè, cade, sbaglia e s'avvilisce...ma colei che genera colei che decide, inesorabile non si smarrisce, nè si commuove di fronte al tempo che le sue premure, dinanzi a lei pone.
Una vita per camminare, gioire e faticare, una vita per amare, per subire e perdonare.
Una vita ancora da consumare, per capire di migliorare, per capire che non sempre quello che ci appare nero, sia poi cosi in fondo, da rifiutare.
Una vita per fare proprio quel destino a noi oscuro e mai compreso, una vita per restituire quel che noi avremo mai preso, conservato dentro il cuore, e mai donato.
Una vita per osare, una vita per morire, e poi tutto da capo ricominciare.

venerdì 8 luglio 2011

monaco e precursore della musica

Guido Monaco, meglio conosciuto anche come Guido d'Arezzo o Guido Aretino nato nel 991 circa e morto nel 1050, è stato un monaco e precursore della musica, italiano.
È stato un'eccellentissimo teorico musicale ed è ritenuto a giusta ragione l'ideatore della moderna notazione musicale e del tetragramma, che sostituirono l'allora dominante notazione neumatica. Il suo trattato musicale, il Micrologus, fu il testo di musica più famoso del Medio Evo, dopo i trattati di Severino Boezio.


Il luogo della sua nascita non è certo: Arezzo, Ferrara, Pomposa, Talla sono alcuni tra i centri che se ne contendono tale diritto. Tra il 1026 e il 1032, Papa Giovanni XIX lo invitò a Roma affinché potesse dare lumi alla sua opera. Morì intorno al 1050.
Fu monaco dell'ordine benedettino e curò l'insegnamento della musica nell'Abbazia di Pomposa, sulla costa Adriatica vicino a Ferrara, dove pose attenzione alla difficoltà che i monaci avevano ad apprendere e ricordare i canti della tradizione Gregoriana. Per trovare una soluzione a questo problema, pensò di...

giovedì 7 luglio 2011

la paura dell'abbandono

Come Peck affronta la paura dell'abbandono.
Riprendiamo da Qui
 I figli di genitori amorevoli e premurosi avranno dunque la fortuna di affrontare la vita muniti non solo di una ben radicata consapevolezza del proprio valore ma anche del profondo e prezioso senso di sicurezza. Tutti i bambini vivono nel terrore di essere abbandonati, e con ragione. Questo terrore inizia verso i sei mesi, non appena il bambino è in grado di percepirsi come individuo separato dai genitori. Per il bambino l'abbandono, dalla parte dei genitori, equivale alla morte. Di solito i genitori, anche se sotto altri aspetti incompetenti o insensibili, avvertono istintivamente questo timore del bambino e cercano perciò di rassicurarlo in vari modi <<Mamma e papà torneranno presto>> ; <<Mamma e papà non si dimenticano di te>> ; << Mamma e papà non ti lasciano solo>>. Se queste parole sono accompagnate dai fatti, mese dopo mese, anno dopo anno, giunto alle soglie dell'adolescenza il bambino si sarà ormai liberato del proprio terrore e sarà anzi convinto che il mondo è un luogo sicuro dove se occorre è facile trovare protezione. Con questa intima certezza il bambino è libero di rinviare la gratificazione, di qualsiasi genere essa

pappagallo di nome Romeo

Un pappagallo cattura la mia attenzione e divento amica di Romeo.

Questa mattina presto sono andata al mare a Cesenatico. Nel bar del bagno in spiaggia, sento un fischio a me familiare. Mi guardo attorno ma non vedo nulla di conosciuto. Esco ma il pensiero di quel fischio mi fa ritornare indietro. Chiedo alla signora del bar <<Scusi il disturbo, ma cos'è che fa quel fischio? >> La signora prontamente mi indica una gabbia, messa in un angolo del bar, riparata da una tenda. Un pappagallo!
Il cuore mi fa un balzo e il ricordo del mio pappagallo, vissuto con me 5 anni, riaffiora con un'emozione fortissima. Morto di polmonite, era stato per me, dopo alla separazione dal mio primo marito, il mio compagno. Mi amava con tenerezza, stava sempre con me, mi baciava con dolcezza era un'amore. Commossa quasi alle lacrime mi avvicino e chiamo con una vocina sottile quell'esserino. Un pappagallo cenerino bellissimo e giovane di appena un anno che mi dice <<ciao Romeo>> accompagnato da un fischio bellissimo. Faccio la conoscenza di Romeo e la voglia di rivivere quell'amore mi ritorna prepotente.

mercoledì 6 luglio 2011

aci e galatea

La Sicilia, di certo è una delle isole più importanti del Mar Mediterraneo, è probabilmente la terra che più delle altre offre uno dei migliori scenari culturali ed artistici. Punto d'incontro per  miti, leggende e tradizioni sacre e profane, che trovano spazio millenario, ed hanno radici che affondano nelle tradizioni greche, nella religione e nelle più profane credenze popolari. Una di queste è quella di Aci e Galatea.


Questa leggenda di origine greca, narra della ricchezza di sorgenti d’acqua dolce nella zona etnea.
Aci era un pastorello che viveva lungo i pendii dell’Etna, mentre Galatea, una dolce fanciulla del luogo che aveva occhi solo e soltanto per Aci, lo amava dal profondo del suo cuore. Poliremo che amava ma non corrisposto, la bella Galatea, folle per il rifiuto della ragazza, uccide Aci, nella speranza di conquistare la dolce fanciulla. Ma Galatea continua ad amare più di prima Aci. Nereide, grazie al supporto degli dei, trasforma il cadavere di Aci in...

martedì 5 luglio 2011

stufato con salsiccia e piselli

Piatto tipico contadino della Romagna con salsiccia e verdura, le donne lo preparavano la mattina per portarlo nei campi agli uomini per la pausa pranzo, da consumare all'ombra di un albero accovacciati a terra.

Ingredienti: 6 salsiccine di maiale sottili- 400 grammi di piselli congelati (usare i freschi se è stagione)- 200 grammi di pomodoro a pezzettoni 
( se fresco è meglio)- una cipolla media- olio d'oliva, sale pepe appena macinato un bicchiere di vino bianco una spolverata di prezzemolo tritato. 

Procedimento: arrotolare le salsicce e fermarle con uno stuzzicadenti, metterle in una padella a fiamma alta senza nessun condimento. Far rosolare nel grasso che esce dalle salsicce forandole con una forchetta.

lunedì 4 luglio 2011

Giallo girasole

Helianthus annuus, questo è il nome scientifico del girasole. Appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Il suo nome deriva dal greco ”helios” (= sole) e ”anthos” (= fiore). Il girasole è origirario delle americhe, precisamente del Perù, veniva coltivato fin dal 1000 a.c. e gli Incas lo consideravano l'immagine del loro dio sole. I semi furono portati in europa nel XVI secolo.
 


Nella mitologia greca si racconta come una ninfa di nome Clizia si fosse innamorata del dio del sole Apollo e non facesse altro che guardare il suo carro volare nel cielo. Nove giorni dopo venne però trasformata in un girasole. Per questo motivo la parola girasole esisteva già molto tempo prima che l'"Heliantus annuus" venisse portato in Europa.

mani libere di toccare

...toccare, sfiorare, accarezzare,...sentire.

Senza condizionamenti, avvertire sensazioni di purezza, di dolcezza di beltà, senza avere la costrizione di stringere ciò che non vuoi quel che non puoi...tenderle per aiutare chi bisogno ha....afferrare quel che perso sembrava già. Far gridare dal dolore per la fatica del dovere di scrocchiarle al fin di provvedere...sentieri liberi ed immensi, sconosciuti, linee strane che sembran fiumi...
Ogni palmo toccare potrà, tante gioie a sazietà...vene gonfie dalla fatica che sembran monti, valli da scalare, da finchè un di' potranno toccare...proferire quel che hanno da mostrare, ciò che segnano, e fannno toccare.
Quante azioni, quanti pensieri, sentimenti affidiamo il tocco, a queste ali d'angeli, a queste...Mani!

domenica 3 luglio 2011

Il papà di Philip Marlowe

 Philip Marlowe, il personaggio più famoso di Chandler.

Raymond Chandler nacque a Chicago, Illinois, nel 1888; quando i suoi genitori divorziarono nel 1895 , si trasferì in Gran Bretagna. Negli Stati Uniti dal 1912, nel 1917 si arruolò nell'esercito canadese e combatté in Francia. Dopo una breve parentesi lavorativa nel campo petrolifero, si diede a scrivere pulp fiction per guadagnarsi da vivere e pubblicò il suo primo racconto nel 1933, sulla rivista Black Mask.
Il primo romanzo fù "Il grande sonno", lo scrisse nel 1939, cui seguì il contratto come sceneggiatore con la Paramount nel 1943.In seguito scrisse nove romanzi, di cui uno mai terminato, e varie sceneggiature per Hollywood, tra cui "La fiamma del peccato" (Billy Wilder, 1944), "The Unseen" (Lewis Allen, 1945) e "L'altro uomo" (Alfred Hitchcock, 1951).
Un anno dopo la morte della moglie...

leggenda bolognese

Secondo la leggenda bolognese, le famose e rinomate tagliatelle sarebbero state inventate nel 1487 dal bolognese  Zefirano, un cuoco fomoso, tanto da essere al servizio personale di Giovanni II di Bentivoglio: fù proprio in occasione del matrimonio di Lucrezia Borgia che passando da Bologna nel viaggio verso Ferrara, al fine di sposare il Duca di Ferrara, Alfonso I d'Este, per preparare la pasta ebbe come ispirazione i biondi capelli della nobil donna, dando cosi vita al mito delle tagliatelle bolognesi. In realtà è soltanto una leggenda inventata dall'illustratore e umorista bolognese Augusto Majani nel 1931, per donare un tocco di fantasia a questa prelibatezza nostrana.


«Fate una pasta d'ova e di farina,
E riducete rimenando il tutto
In una sfoglia, ma non troppo fina,
Uguale, soda e, sul taglier pulito,
Fatene tagliatelle larghe un dito.
Che farete bollire allegramente
In molt'acqua salata, avendo cura
Che, come si suol dir, restino al dente;
Poiché se passa il punto di cottura
Diventan pappa molle, porcheria,
Insomma roba da buttarla via.
Dall'altra parte in un tegame basso,
Mettete alcune fette di prosciutto
Tagliato a dadi, misto, magro e grasso;
Indi col burro rosolate il tutto.
Scolate la minestra e poi conditela
Con questo intinto e forma, le tagliatelle
sono a questo punto pronte da servire.
Questa minestra che onora Bologna
Detta la Grassa non inutilmente
Carezza l'uomo dove gli bisogna,
Dà forza ai muscoli ed alla mente
Fa prender tutto con filosofia
Piace, nutre, consola e così sia.»

(Lorenzo Stecchetti)

sabato 2 luglio 2011

saggezza antica

La saggezza silente della natura, che nonostante il lento trascorrere dei tempi nè custodisce i saggi segreti più profondi.
Quanta mistica ed imperscrutabile saggezza si cela dietro madre natura...Una saggezza che non conosce limiti, una saggezza che non ebbe mai un'inizio e nè mai fine avrà, saggezza che, custodita da tempo immemorabile urla di continuo all'insensibile animo umano, senza quasi mai e raggiungere il suo intelletto. Se soltanto potessimo allenare il nostro udito dell'anima, sè soltanto riuscissimo ad avere un minimo di saggezza nel farlo...

venerdì 1 luglio 2011

Pasta estiva di fagioli


Ingredienti: Una confezione di fagioli borlotti da 350 grammi- 200 grammi di pasta all'uovo fresca ( io uso tagliatelle spezzate a pasta corta)  carota, sedano, cipolla tritate per soffritto- 300 grammi di piselli lessati- 6 foglie di basilico- olio d'oliva, sale, pepe macinato.

Procedimento:fare un soffritto di cipolla sedano e carota, aggiungere i piselli. Lasciare soffriggere per 5 minuti e spegnere il fuoco. La metà di questi con le foglie di basilico, si mette in un mixer per farne una purea. Far bollire l'acqua e buttare la pasta. Intanto che cuoce la pasta, scolare i fagioli e lavarli sotto al getto d'acqua calda ( questo per togliere residui di conservanti se mai ce ne fossero) Scolare la pasta e mescolare tutti gli ingredienti, salare e passare sul fuoco per asciugare eventuale liquido. Impiattare e macinare sulla pasta un po di pepe nero. Si consuma tiepida o anche fredda.


Un primo piatto freddo con fagioli prettamente estivo.

abito che fù

come Abito che fu!

Fin dai tempi più remoti, l'uomo ha usato il suo ingegno per cercare di sopravvivere e migliorare la sua sopravvivenza. Una delle prime "comodità" che l'uomo ha cercato è stato il ripararsi dal freddo, dal caldo e dalle intemperie. Per prima si sarà costruito un riparo poi si sarà preoccupato di vestirsi con fibre vegetali intrecciate fra loro.

L'uomo primitivo osservava gli animali, che cacciava e per nutrirsi, come si riparavano dal freddo. Impararono così a coprirsi con le pelli degli animali uccisi. Nonostante si pensi che l'uomo primitivo non usasse tecniche complicate per costruirsi un abito, è stato provato invece che la concia della pelle era una procedura molto difficile e complessa e l'uomo dovette superare molti ostacoli per trovare una soluzione ottimale.

 La pelle appena scuoiata è mormida ma poi indurisce e due erano i metodi possibili utilizzati allo scopo di rendere soffice la pelle: immersione completa nell’acqua e, una volta riemersa, successiva percussione con un mazzuolo di legno o masticazione durevole. L’uomo primitivo sperimenta quindi le prime forme d’ingegno mediante la sperimentazione diretta cercando di impedirne l’indurimento. Primo tentativo tramite immersione nell’olio, o succedaneo naturale, dopo averla saputamente ammorbidita nei modi conosciuti, ma..

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