mercoledì 13 luglio 2011

voglia di giustizia e libertà

Cari amici e lettori de"Il peccato veniale", oggi vorrei menzionare nella sezione Uomini e Donne che..., sezione dedicata a personaggi che con il loro sacrificio e dedizione hanno contribuito a cambiare in un modo oppure in un'altro il corso della storia umana, una data storica , imortante e tragica allo stesso tempo, che ha segnato la storia dell' Italia. Il 9 maggio del 1978, data in cui Aldo Moro veniva ucciso dalle brigate rosse, ma è la data in cui la mafia poneva fine alla vita di un'uomo cosi forte e pieno di senso di giustizia in mezzo a gente ed una cittadina, che allora di senso di giustizia non nè aveva a sufficenza: Tonino Impastato.

Tonino era un ragazzo che, nel piccolo della sua città natale, Cinisi, in provincia di Palermo, aveva un forte ed irrefrenabile voglia di giustizia e libertà, e per questo motivo prese una decisione, quella di combattere la mafia. Cinisi, nonostante fosse una piccola città di provincia, aveva anche una terribile peculiarità, era la capitale di Cosa Nostra. Soltanto a 100 passi circa, dalla casa di Tonino, viveva Tano Badalamenti, che a quel tempo era il boss indiscusso di Cosa Nostra.
Il 9 Maggio del 1978 Peppino Impastato fu ucciso dalla Mafia, ed a questo punto molti di voi vi chiederete il perchè, cosa faceva di così pericoloso, fastidioso ?...

Semplicemente, faceva una cosa che i mafiosi, ancora oggi, non sopportano e non tollerano: faceva i nomi e prendeva in giro i "potenti". Lo faceva senza paura, e la sua visione di giustizia e libertà lo portava a denunciare gli abusi edilizi, del traffico di stupefacenti in mano alla mafia, il municipio, era nel suo racconto, il maficidio di mafiopoli, e il grande capo Tano Badalamenti era il gran capo Tano Seduto.
Il perchè credo sia importante ricordare oggi la figura e la storia di Peppino Impastato, e che sono passati trent'anni da allora, ma la situazione non mi sembra poi così diversa. La mafia, anzi le mafie, continuano a vivere, a prosperare e a dominare tutto e tutti soffocando nel sangue la grande voglia di vivere in libertà e giustizia. Chi prova a fare i nomi e a svelare come le mafie del sud riversino i loro soldi nelle ditte del Nord, controllandone l'economia, è destinato alla morte, deve scappare, viene messo sotto scorta. Molto è stato fatto da allora, la giustizia è riuscita, grazie al sacrificio di uomini e donne come Tonino Impastato a sgominare molti obbiettivi mafiosi, uomini che, ritenuti imprendibili ed intoccabili, decidevano il destino di ogni buon lavoratore, commerciante, ed impreditore, adesso sono dietro le sbarre. Ma il cammino, é ancora lungo e pregno di difficoltà, facciamo in modo che questi sacrifici non si rivelino inutili, sforziamoci tutti insieme a ricercare una vita libera e fondata sulla giustizia e legalità.

2 commenti:

Galadriel ha detto...

Nel 78 ero quasi trentenne e ricordo molto bene il dolore che tutti noi provammo alla morte di Tonino che era il nostro idolo! Ci insegnava a non aver paura dei prepotenti ci insegnava a denunciare gli illeciti e ad avere un forte senso civico. Grazie Legolas d'averlo ricordato. Lunga vita a te.

Legolas Helda ha detto...

Tonino sarà sempre "UNO DI NOI"!
Si può uccidere il corpo, si può fare tacere la bocca, ma ciò in cui crediamo e facciamo, sopravvive e parla, sempre!
Lunga vita e prosperità Galadriel finiarel

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