mercoledì 20 luglio 2011

ad ogni costo la giustizia e la verità!

“È venuto il momento di sapere chi e perché ha organizzato il depistaggio. Si vada fino in fondo". Queste le parole di Manfredi Borsellino, parole che suonano lapidarie. Diciannove anni sono passati dalla morte del padre nella strage di via D'Amelio, ma la volontà di sapere ad ogni costo la verità non è passata, anzi tutt'altro. Anche il fratello del giudice Paolo, Salvatore, non si stanca di volere a tutti i costi la verità: "Dobbiamo stringerci attorno ai magistrati che a Palermo, a Caltanissetta e a Firenze stanno cercando di togliere quel pesante velo nero che ha impedito di arrivare ai mandanti occulti delle stragi", tuona davanti al palazzo di giustizia di Palermo, dove ha convocato il popolo delle Agende rosse: "Dobbiamo difendere magistrati come Ingroia e Di Matteo, da aggressioni che vanno di pari passo con una pretesa riforma della giustizia".



Figlio di Diego Borsellino e Maria Lepanto, Paolo nacque a Palermo nel quartiere popolare La Kalsa, quartiere in cui vivevano tra gli altri anche Giovanni Falcone e Tommaso Buscetta.
Dopo aver frequentato le scuole dell'obbligo Borsellino si iscrisse al liceo classico "Giovanni Meli" di Palermo. Durante gli anni del liceo, fù direttore del giornale studentesco "Agorà". Nel giugno del 1958 si diplomò con otto in tutte le materie e nove in greco.
L'11 settembre 1958 la vocazione verso la legalità giustizia e verità gli fece prendere la decisione di iscriversi a Giurisprudenza a Palermo con numero di matricola 2301. Proveniente da una famiglia con tendenze politiche di destra, nel 1959 si iscrisse al Fronte Universitario d'Azione Nazionale, organizzazione degli universitari missini di cui divenne membro dell'esecutivo provinciale, e presto fu eletto come rappresentante studentesco nella lista del Fronte Universitario d'Azione Nazionale "Fanalino" di Palermo.
Il 27 giugno 1962, all'età di ventidue anni, Borsellino si laureò con 110 e lode con una tesi su "Il fine dell'azione delittuosa" con relatore il professor Giovanni Musotto. Pochi giorni dopo, a causa di una grave malattia, morì suo padre all'età di cinquantadue anni. Borsellino cercò allora con l'ordine dei farmacisti di mantenere attiva la farmacia del padre, fino alla laurea in farmacia della sorella Rita. Durante questo periodo...

la farmacia fu data in gestione per un affitto alquanto basso, 120.000 lire al mese e la famiglia Borsellino fu costretta a gravi rinunce e sacrifici. Gli fu concesso l'esonero dal servizio militare poiché egli risultava "unico sostentamento della famiglia".
Nel 1967 Rita si laureò in farmacia e il primo stipendio da magistrato di Paolo servì a pagare la tassa governativa. Il 23 dicembre 1968 sposò Agnese Piraino Leto, figlia di Angelo Piraino Leto, a quel tempo magistrato, presidente del tribunale di Palermo. Dalla moglie Agnese ebbe tre figli: Lucia, Manfredi e Fiammetta.
l 1963 fù un'anno importante per Borsellino, in quanto partecipò al concorso per entrare in magistratura; classificatosi venticinquesimo sui 171 posti messi a bando, con il voto di 57, diventò il più giovane magistrato d'Italia. Iniziò quindi il suo corso di tirocinante come uditore giudiziario e lo terminò il 14 settembre 1965 quando venne assegnato al tribunale di Enna nella sezione civile. Nel 1967 fu nominato pretore a Mazara del Vallo. Nel 1969 fu pretore a Monreale, dove lavorò insieme ad Emanuele Basile, capitano dei Carabinieri. Proprio qui ebbe modo di assistere per la prima volta alla pressante ascesa della mafia corleonese.
Il 21 marzo 1975 fu trasferito a Palermo ed il 14 luglio entrò nell'ufficio istruzione affari penali sotto la guida di Rocco Chinnici. Con Chinnici si stabilì un rapporto, più tardi descritto dalla sorella Rita Borsellino e da Caterina Chinnici, figlia del capo dell'Ufficio, come di "adozione", quasi come fossero padre e figlio, ben aldilà del rapporto professionale. L'amicizia che si stabilì fra i due uomini e le rispettive famiglie fu intensa al punto tale che è al giovane Paolo che Chinnici affidò la figlia, che abbracciava anch'essa quella carriera di guardiano della giustizia e della verità, in una sorta di tirocinio. Nel febbraio 1980 Borsellino infervorato dalla sete di giustizia e verità, iniziò a compiere i primi veri pesanti colpi ai danni della mafia, facendo arrestare i primi sei mafiosi tra cui Giulio Di Carlo e Andrea Di Carlo legati a Leoluca Bagarella. Grazie all'indagine condotta da Basile e Borsellino sugli appalti truccati a Palermo a favore degli esponenti di “Cosa Nostra” si scopre il fidanzamento tra Leoluca Bagarella e Vincenza Marchese sorella di Antonino Marchese, altro importante Boss. Il 4 maggio 1980 Emanuele Basile fu assassinato e si decise di assegnare una scorta alla famiglia Borsellino. Da allora la sua lotta contro "Cosa nostra" fù continua ed incessante, e nemmeno quando lui stesso si definiva "un morto che cammina" si fermò! Anzi la sua voglia di giustizia e verità, gli permise di proseguire la sua missione, fino a quando la mafia pose fine alla sua vita, ma non al suo ideale di un mondo ed una società fondata sulla legalità e sulla verità, che vive più che mai.

6 commenti:

Unknown ha detto...

Questa è una gran bella lettura...

"la vocazione verso la legalità giustizia e verità"...

...questo dovrebbe essere lo spirito giusto...ma abbiamo troppa paura...non per noi stessi...ma per gli affetti a cui siamo legati.
Quest'uomo...sia stimolo per le future generazioni..ma occorre iniziare da ora a dare il buon esempio.
Complimenti Legolas...bel post..
un abbraccio e un caldo raggio di Sole per una luminosa giornata..a presto..
Dandelìon

Legolas Helda ha detto...

Grazie amica cara! che la vita ti possa continuare a sorriderti come meriti!
Lunga vita e prosperità dandelion helda! un'abbraccio forte!

Galadriel ha detto...

Meraviglioso pezzo! Grazie Legolas helda..lunga vita....

Legolas Helda ha detto...

Grazie a te Galadriel finiarel, il merito è anche tuo... spero di potere rincambiare quanto prima il favore.
Sè non ci fossi, bisognerebbe ...Inventarti! ha ha ha.
Lunga vita e prosperità Galadriel helda.

il monticiano ha detto...

Un post che definire interessante è
molto riduttivo.
Ti ringrazio per avermi fatto sapere
cose di Borsellino che non conoscevo

ps. soltanto poco fa mi sono accorto della tua foto tra i lettori fissi del mio blog.
Faccio altrettanto.

Legolas Helda ha detto...

Ben gentile monticiano! Lascia che ti dia il benvenuto nel nostro blog, spero di cuore che si possa condividere quanto di più caro abbiamo.
Lunga vita e prosperità.

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