domenica 31 luglio 2011

amore, amaro

Cari amici e lettori de"Il peccato veniale", è una giornata di sole splendido, proprio l'ideale per innamorarsi infinitamente della vita! Quale cura, balsamo migliore, per lasciare andare via ogni stress, cattivo pensiero, sentimento negativo, amare. Ma a volte accade che, come in questa leggenda marchigiana "La grotta dell'infinito", l'odio e la cattiveria riescono a saziarsi per il male che ne secernono.



Presso la Badia di San Vittore, vivevano due giovani bellissimi, perdutamente innamorati. Ma nonostante fossero legati indissolutamente da un grande e profondo amore, le rispettive famiglie, ammorbate da un'odio reciproco, impedirono con ogni mezzo la loro unione. Disperati ed angosciati i due innamorati per questa situazione che non si riusciva a risolversi, decisero...

di lasciare definitivamente le loro dimore e, sdegnati verso i loro parentadi, trovarono rifugio sul Monte della Valle per rimanere nella buia selva. Usando molta prudenza e cautela, i due innamorati, vagarono nel bosco il giorno e la notte successiva, saziati e compiaciuti dalla reciproca passione d'amore. Infine, presso un'enorme masso di pietra, scoprirono una grotta e pareva che tutta la valle circostante pulsasse di allegria per la loro felicità. Decisero che sarebbero rimasti in questo nascondiglio segreto per molto tempo, con il frutto del loro amore, fra le ginestre e il gregge, fino a che S. Vittore non avesse permesso la riconciliazione tra le loro famiglie. Una sera d'inverno, verso il tramonto, la giovane andò, non si sà per quale motivo, all'interno della Grotta, svenne improvvisamente. Riavutasi cercò di liberarsi ma come per una strana magia, divenne una capra. In tutte le sporgenze nacquero caprifichi che ella dilaniò con gli zoccoli e con il muso. Parlando con voce fievole raccontò al suo amato che una forza malefica l'aveva trasformata in quello stato. Da quel giorno non parlò più sparendo per sempre nel sotterraneo, divenendo un fantasma. Il giovane, disperato, ricercò la propria amata per tre giorni e per tre notti, fino a che la tristezza e l'amarezza presero il sopravvento e non potendosi dare pace per quanto accaduto si adirò, si mise a correre come un toro infuriato fino a bruciare la selva tutt'intorno, fino a che si fermò presso l'entrata, battendo le tempie violentemente sulla pietra. Fù cosi che anch'egli fu colpito da un sortilegio, cambiò colore e divenne un'enorme pietra messa a sigillo e protezione della grotta. Nell'aria maligna, pesante come una maledizione, fece capolino il vento, e forze del male goderono per quanto avevano ottenuto. In quel medesimo luogo, ogni sera, quando il sole tramonta dietro i monti e la valle si assopisce, una capra viene fuori dalla fenditura e un grido lacerante l'aria, fa tremare i pioppi del fiume e le querce della montagna. La Grotta viene per questo chiamata anche la "Grotta della Capra".

2 commenti:

Unknown ha detto...

Una canzone che amo molto porta questo testo...

Anima d'oceano

Ancora una notte
per affrontare questo incubo
Cos'altro ancora devo dire

Piangere per me non è mai valso una lacrima
La mia anima solitaria è piena solo di paura

Lunghe ore di solitudine
Tra me e il mare

Perdo emozione
Trovo devozione
Dovrei vestire di bianco e cercare il mare
Come ho sempre desiderato essere
- Una cosa sola con le onde
Anima d'Oceano

Percorrendo la linea della marea
odo il tuo nome
è il sussurro degli angeli
Qualcosa di così bello fa male

Ho solo desiderato di diventare qualcosa di bello
Attraverso la mia musica,
attraverso la mia silenziosa devozione


"Un amore, privato del suo stesso esistere...diviene un eterno amore...serene ore Legolas...in un raggio di Sole che illumini il Tuo giorno in splendide Corolle e in gentili emozioni..

dandelìon

Legolas Helda ha detto...

Struggenti e infinitamente tocanti le parole di questa composizione.
Amica mia dolcissima, mi ilumini l'anima ad ogni tuo commento.
Sempre più... Lunga vita e prosperità
dendelion finirel.

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