giovedì 29 novembre 2012

Chiesa che è

come Chiesa che è!

Le chiese contemporanee, certamente vivono in un momento di grande incertezza e confusione e questo è un dato di fatto incofutabile. In Italia, partendo dagli anni '70, speculando su di una falsa idea moderna, la struttura intesa come chiesa è stata maldestramente invischiata con le più stravaganti tipologie: dal capannone alla piscina, da una nave spaziale al supermercato, insomma chi più ne ha più ne metta, fino ad arrivare ad una disarmante e fuorviante Babele.

La chiesa che è non sembra più trasemettere suoni e concetti richiamanti alla armonia, alla beltà,  e cosi facendo ha con il passare del tempo generato un'evidente disagio, nonostante la nostra storia sia contornata ed anche riccamente di meravigliose architetture! [...]
Il tutto sembra evaporare in spazi anonimi, troppo simili a sale congressi privi di qualsivoglia identità.
Senza ombra di dubbio l'architettura Sacra, da non poco tempo, sta riflettendo sulla modernizzazione delle forme che ne strutturano materialmente la chiesa che è oggi giorno, partendo dall'epoca di Le Corbusier a quella più attuale di Richard Meier, di Tadao Ando o di Renzo Piano, e qualche volta ostacolata da tutte le incertezze che ne concernono le fasi sperimentali.


Tuttavia sono episodi troppo isolati per affermare che la chiesa di oggi abbia una propria identità riguardo l'architettura Sacra.
Troppa mal celata incertezza dal punto di vista tipologico. Sarà anche banale ma non troppo direi, il concetto che la chiesa è una sorta di rifugio, una casa, per un popolo in "cammino verso l'incontro con il suo Dio". Trattasi di ecclesia, assemblea itinerante verso la "Gerusalemme Celeste".

La chiesa oggi è quindi un luogo verso il quale ricominciare, dal quale ripartire! Proviamo di vederla sotto la prospettiva di uno "spazio di transito", un posto dove rifocillarsi e al tempo stesso ripartire verso una realtà un mondo che ci aspetta pazientemente. Esiste quindi un adunarsi, rispondere alla convocazione, per poi continuare il nostro percorso. Luogo dell'accoglienza attorno all'altare!

 
Risulta quanto mai opportuno riflettere sull'importanza dello "spazio" del radunarsi di una comunità, ma questo è gioco forza un concetto che deve necessariamente aprirsi al divino. nelle chiese di oggi troppe volte si ha la sensazione di smarrirci in luoghi privi di identità, scialbi e troppo banali.

L'architettura di una chiesa non è una semplice problematica estetica, è molto di più! Ideare una chiesa, vuol dire costruire l'identità, rappresentare la voce di una comunità, tenere in forte considerazione la formazione spirituale della gente.

Troppe chiese di oggi sono oggetto di critica in quanto ritenute "desacralizzate", inadeguate a potere comunicare il senso del trascendentale, orfane di segni che le possano identificare. Di contro, si fa emergere il bisogno di creare un "ponte" che possa traghettare la tradizione, adeguando il linguaggio architettonico tradizionale in maniera didascalico agli elementi allegorici, in una ripresa neo archeologica, in cui si fatica non poco a integrare la moderna era, con le sue conquiste e la sua forza innovativa.


Tutto ciò infonde disagio e confusione nell'animo, si ha la sensazione di affogare in una realtà nostalgica e innaturale, troppo artificiosa. Siamo figli del nostro tempo, o possiamo solo tuffarci nel passato?
Che cosa rende familiare uno Spazio Sacro?

1 commento:

Borzani Alessio ha detto...

Come si suol dire..... Parole sacre!

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