Il piacere di donare un sorriso. Il piacere di strappare un sorriso. Il piacere di condividere un sorriso.
Nella mia gioventù ho incontrato poche persone che riuscivano a strapparmi un sorriso. La mia espressione era constantemente increspata in una smorfia di sofferenza. Tenevo i denti stretti stretti (sarà per questo che hanno sofferto così tanto), così facendo mi sembrava di trattenere un qualcosa che saliva dalla bocca dello stomaco e che sicuramente, se non controllata, avrebbe preso possesso di me e della mia mente. La chiamavo e la chiamo tutt'ora la "Bestia" .
Poi leggendo libri di filosofia zen, imparai che è molto meno faticoso ridere che piangere e fa bene alla salute. Così imparai a lasciarmi andare e quando sentivo la bestia che saliva cercavo immediatamnte dentro di me un ricordo piacevolmente buffo che mi facesse sorridere. Era come se togliessi carburante a quella bestia, imparai ad affinare questa tecnica, che a volte non mi riusciva e la bestiaccia prendeva possesso di me e della mia mente facendo piazza pulita di tutti gli affetti che faticosamente ero riuscita a portare attorno a me.
Puntualmente mi rifacevo da capo per rifare il "parco amicizie". Ma un passetto per volta, sono riuscita a controllare quella bestiaccia, che tengo tutt'ora senza cibo e senza benzina, lì dove è sempre stata, con il sorriso ed ogni volta che devo affrontare un argomento spinoso, o un chiarimento ad un equivoco, o un diverbio con qualcuno, o affrontare una persona nervosa e aggressiva, alla fine chiudo con una battuta e una bella risata.
Sicuramente sorridere è un piacere, ma far ridere gli altri è difficile. Quando riesco a strappare un sorriso ad una persona afflitta dalle problematiche della vita, sento un piacere all'anima e in quel momento mi sento abbracciata a quell'anima sofferente. Ma il piacere più grande lo proviamo quando strappiamo un sorriso a nostro figlio.
Quando gli porti un gioco e lui non sà a cosa serva quell'oggeto e rigira l'oggetto guardandolo con quell'aria indagatrice e poi sconsolato e deluso ti guarda con quegli occhi teneri e il musetto imbronciato e tu gli prendi quell'oggetto e lo metti in funzione e gli fai vedere come usarlo e lui, con occhi spalancati, concentra tutta la sua attenzione a provare di far funzionare quell'oggetto ed ecco, riuscito a capire che il gioco allieterà parte delle sue giornate future, ti guarda con un sorriso di gratitudine che ti entra nel cuore e tu lo culli perchè riposi lì quel piacere incredibile che non ha uguali e pensi..." Sorridere è vita".
5 commenti:
Un sorriso per Te che hai acceso ora un sorriso in me...sereno divenire nel giorno Amica Cara...
dandelìon
Grazie amica mia del tuo sorriso. A presto un abbraccio.
Grazie di cuore...
Vita lunga e prospera.
Sebbene possa sembrare il contrario, amo ridere, anche di quelle risate grasse che ci liberano di chili di zavorre. Io li chiamo fantasmi. A volte tornano, ma da un po' di tempo tornano molto meno di frequente. Far ridere gli altri non è difficile. E' farli sorridere che diventa un problema. Ci vuole anima, sensibilità, empatia. Un abbraccio.
Si caro Enzo, hai detto giusto! Il ridere è uno sfogo un impulso a volte dettato anche da una situazione imbarazzante, è un istinto. Ma il sorridere è un messaggio d'amore che parte dall'anima. Hai detto giusto "ci vuole anima, sensibilità, empatia.....hai ommesso AMORE!
Un abbraccio
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