Scale che conoscevano i miei passi, li contavano lentamente, come una madre che ascolta il figlio tornare a casa.
Quella stanza custodiva un segreto, una vita nascosta, una lacrima nel cassetto che nessuno ha mai più aperto.
Ora è solo polvere e vento, una fotografia sbiadita che il tempo ha deciso di piegare ma non di strappare.
Ancora oggi la porto dentro la mia anima, quella casa, quella stanza che più non è, fatta di memoria, di fondamenta invisibili, di un amore che non ha più bisogno di pareti.
Perché ogniqualvolta che chiudo gli occhi, la porta si apre ancora, anche se…
La casa non c’è più.
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