Sul capo, un raccolto di stagione che racconta di terre feconde e mani antiche, di festa e memoria, cade come pensieri maturi e dolci.
Il volto nascosto, quasi pudico, ma l’essenza grida con forza gentile:
una musa vestita di mistero, un elogio alla bellezza che non chiede permesso.
Nel cerchio di segni e parole, il nome dell’arte è inciso come preghiera.
Sognatore di linee, che fa della carta un universo.
E il vestito che cinge il collo sembra abbracciare la dignità e il silenzio, come se quel tratto nero e deciso custodisse una poesia non detta.
Così nasce l’incanto in bianco e nero senza bisogno di colori, solo forme che parlano
a chi sa ascoltare…
Il silenzio di una donna
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