domenica 23 aprile 2017

Vivo sopravvivo ad una vita che non c'è più

Vivo, sopravvivo ad una vita che non c'è più, passata come pula al vento della disperazione per quel sogno che ormai vive solo nei ricordi di ciò che non esiste.


Bevo e mangio da bicchieri e piatti vuoti, mi sazio di scarti e briciole prive di nutrimento che solitudine e disperazione mi servono con cura e fedeltà pari solo a quella dell'ordine dei cavalieri templari.

Compio il mio giuramento con fatica immane camminando sulle ginocchia su prati in cui crescono pietre aguzze che lacerano la mia carne in attesa che giunga a me qualcuno che porti sollievo che porti speranza ad una lenta morte che avanza.
Attendo ad una fermata ormai in disuso con al fianco solitudine e disperazione a coprirmi le ossa vestite solo di nuda e secca pelle.

Ricordi ormai sbiaditi, immagini che hanno perso colori ed i visi appaiono come fantasmi che aleggiano nella mia disperata anima seminando solo sgomento e disperazione per essere stato sordo e muto quando lei giunse a me.

Ed intanto canto il mio dolore con la tristezza che mi stringe e soffoca il respiro mentre vedo allontanarsi sempre più il mio orizzonte: 
"Pietra dopo pietra, lacrima dopo lacrima, sangue che scorre, ossa che si spezzano, correrò il mio arringo e da te arriverò! 
Pietra dopo pietra, lacrima dopo lacrima, sangue che scorre, ossa che si spezzano correrò il mio arringo e alla fine sarà bello ritrovarti e nessuno mai ci separerà!"

sabato 15 aprile 2017

Pietra dopo pietra lacrima dopo lacrima sangue che scorre...

Tutte le volte che mi hai cercato, ed io non mi sono fatto trovare, tutte le volte che mi hai amato ed io ti ho sdegnato.


Tutte quelle volte che avevi bisogno di me, come acqua dopo una giornata di arsura, come il cibo dopo un digiuno, come guanciale per riposare, come coperta per scaldare...

Come aria per respirare, come carezza per rincuorare, come abbraccio per amare, come uno sguardo per capire...
Lo sento il tuo distacco come quando si trapassa da questa vita ad una migliore o peggiore che sia perchè tale sarà per me se tu non ci sei più.

Lo vedo il tuo sguardo perso nel vuoto, distratto, attirato da altro, compiacente per chiunque tranne che per me...per tutte quelle volte che mi volevi ed io mi nascondevo.
Avverto la pietà, lasciata come spiccioli d'elemosina ai ciechi che siedono miserevoli sui gradini freddi delle chiese.
Mi terrorizza la paura che hai di me, come fossi un mostro da cui scappare da allontanare perchè solo male e violenza ormai riesco a dare.

Ascolto musica suonata da sorella agonia e canti di fratello disperazione che come i lamenti di chi sa di non avere più speranza, ti frustano nella schiena, chiudendo il tuo urlo dentro quella stanza.
Ora vedo chiaro il tuo sguardo di quel venerdi che pietoso si volse verso me, come per dire: "ma il mio amore dov'è?"
Vedo chiari i tuoi occhi come di chi deluso incontra chi mai avrebbe voluto...lucidi e languenti per quel cavaliere ridotto a mendicante che invece di brandire la sua fulgida spada, regge malamente un vecchio bastone.
Capisco tutto di quella domenica che volgesti la tua mano in segno di addio come di chi sta per partire, come di chi sul binario di un treno se ne va per non tornare più.
Vedo ancora i tuoi occhi dispiaciuti e pietosi che guardano allontanarsi e sbiadirsi quello che un tempo sogno gli fu.

Ricordo che ti voltasti per imboccare il sottopasso che ti avrebbe portato via da me, salire sul quel treno dove siedono gli addii, dove tutto ebbe inizio, dove tutto trovò la sua fine...intanto canto il mio dolore:
"Pietra dopo pietra, lacrima dopo lacrima, sangue che scorre, ossa che si spezzano, correrò il mio arringo e da te arriverò! 
Pietra dopo pietra, lacrima dopo lacrima, sangue che scorre, ossa che si spezzano correrò il mio arringo e alla fine sarà bello ritrovarti e nessuno mai ci separerà!"

martedì 11 aprile 2017

Che diresti se provassi a vivere

Che diresti se un giorno ti trovassi a comprendere che la tua vita è stata solo un attimo fugace in attesa di quel momento in cui provasti a vivere.


Quel momento in cui ti destasti come dal sonno mortale che ti possedeva che ti cresceva come una madre attenta ad impartirti con dovizia e cura dei dettagli come morire pur vivendo.


Che diresti se un giorno qualcuno lassù, dove il cielo non è più blu, dove tutto diventa magia dove ogni sospiro è poesia, si sia mosso a compassione ed abbia levato il suo sguardo per rapirti e portarti dove tu nascesti in origine.

Acqua a sazietà, aria da respirare e polmoni che s'aprono per accoglierla e festeggiare come nozze in tempi antichi, come quando nasce un amore.

Che diresti se potessi tornare, se potessi reinnamortarti di quel passato che da troppo tempo ormai è stato dimenticato, quasi del tutto offuscato...che diresti se provassi, se tentassi...

Che diresti se riuscissi a meravigliarti come quando un sogno diventa realtà, come quando affacciata all'uscio di casa tua e la speranza non dormisse più con te, vedresti giungere prima da lontano e poi avvicinarsi ciò in cui ormai non ponevi più il cuore.

Che diresti se il battito ormai troppo debole per vivere, potesse risuonare come cembali squillanti, come arpe maestose...che diresti se provassi e magari riuscissi a riaccenderti l'anima ed il cuore per scaldare ogni nostro dolore.

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