Dicevamo, come il calcio moderno nacque, crebbe e si è evoluto sempre in Inghilterra, seguendo due tappe fondamentali che influenzarono notevolmente l'evoluzione del calcio che è, ottenute prima della fine del secolo. Nel 1885, dinanzi al propagarsi della pratica sportiva calcistica, che ormai annoverava un numero sempre più crescente di club e altrettanti giocatori, la FA decise di roconoscere la possibilità di remunerare un determinato al calciatore, per le sue prestazioni agonistiche.
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| Football Association 1863 |
Si trattava dunque della prima forma di un fenomeno: il "professionismo", che avrebbe profondamente segnato questa disciplina sportiva, portando, come primo effetto, una svolta decisiva a favore dei club più dotati di mezzi economici. In Inghilterra, infatti, proprio la possibilità di attirare con lusinghe di guadagno i giocatori più abili, segnò la leadership dell'Aston Villa. Ma il vero e proprio professionismo era comunque in fase embrionale, quando un ulteriore passo in in avanti fu compiuto nel 1897, quando venne istituita, a Londra, la prima associazione dei giocatori britannici, una primitiva forma di sindacato calciatori, che si sarebbe trasformata, nel 1907, nella potente e organizzata PFA (Professional footballer's association).
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| PFA (Professional footballer's association) |
Il fortissimo anticipo con cui gli inglesi arrivarono a un vero e proprio inquadramento sindacale dei calciatori, rispetto al resto del mondo, si spiega anche con una coscienza associativa particolarmente viva nel paese in generale.
L'altra tappa importante fu rappresentata senza ombra di dubbio dall'istituzione, nel 1886, dell'IFAB (International football association board), le cui promotrici furono le quattro federazioni britanniche (a quella inglese, che nel 1863 aveva aperto la strada del calcio moderno, si erano aggiunte la scozzese nel 1873, la gallese nel 1876, l'irlandese nel 1880). L'International board, nato per diffondere un regolamento comune mediante in un testo unico con le specificità dei vari movimenti nazionali. Ad oggi rappresenta la 'corte suprema' del calcio, il 'sacro custode' delle regole. Chiaramente aperto alle delegazioni elette di altri paesi, il suo ruolo di giudice ultimo e inappellabile resiste dopo oltre un secolo di vita.
Prima di abbandonare questa rivisitazione delle origini e passare a trattare del gioco moderno, resta forse da chiarire un aspetto particolare: per quale motivo il calcio si gioca in undici. La spiegazione prevalente rimanda ancora una volta alla realtà dei college, alle camerate composte da dieci studenti e un precettore, il primo abbozzo di 'squadra' che dai tempi dei pionieri è riuscito a mantenersi intatto sino al sofisticato football degli anni 2000.



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