sabato 31 agosto 2013

Calcio che è parte prima.

come Calcio che è!
Dunque il calcio abbiamo appurato come abbia radici ed origini davvero antiche e lontane. Ma giusto per filtrare e dare un punto di nascita vera è propria possiamo in definitiva attribuire la paternità all'Inghilterra. Proprio cosi, dove era stato con ogni probabilità portato, come studi e ricerche dimostrano, dalle legioni di Giulio Cesare. Nell'opera teatrale il Re Lear, Shakespeare fa pronunciare a Kent, che mette giù Osvaldo con un abile sgambetto: "Beccati questa, cattivo giocatore di calcio!". 
Sgambetto
Bisogna però attendere 19° secolo per dare il benvenuto, contemporaneamente alla rivoluzione industriale e il progresso tecnico e scientifico, anche ad un interesse da prima sconosciuto verso l'attività sportiva in genere.
Il gioco della palla con i piedi, o football, che si era diffuso da tempo a livello popolare con l'accentuazione dei suoi caratteri brutali e violenti, cominciò a fare proseliti presso le classi superiori, secondo la gerarchia sociale dell'epoca: nobili e intellettuali videro nello sport un mezzo di aulica competizione, nella naturale cornice del college. In questo ambito si colloca, nella seconda epoca imperiale britannica, la vera origine del calcio moderno, che progressivamente trova la sua codificazione nei grandi e aristocratici campus di Harrow, Rugby e Charterhouse.
Dribbling (calcio)


Tuttavia, un grande freno alla diffusione universale del gioco venne dalla disparità di regole fra un istituto e l'altro. A Charterhouse non era permesso toccare la palla con le mani e quindi si sviluppò, in modo naturale, quella tendenza al gioco individuale chiamata dribbling game, che consiste nel possesso della palla da parte di un singolo giocatore che cercava di evitare (dribblare) quanti più avversari possibili. A Harrow si giocava 11 contro 11, ai piedi di una collina, con una maggiore attenzione alla manovra collettiva (passing game). A Rugby si poteva manovrare la palla con le mani.
Palla fra le mani (Rugby)

La tradizione vuole che quando uno studente di quel college, William Webb Ellis, nel 1823, percorse tutto il campo con il pallone fra le mani, sino a violare la linea di fondo avversaria, nacque il gioco che dal nome del college si chiamò appunto rugby e che già nel 1842 varò il suo regolamento ufficiale.
Probabilmente anche per emulazione, dopo qualche anno, nel Trinity College di Cambridge, venne redatto un primo codice calcistico. Su questa base, nel 1857, nacque il primo club di calcio non universitario, lo Sheffield Club. Nel 1862, a Nottingham, nacque il Notts County e da quel momento fu tutto un proliferare di società calcistiche.
Comunque sia la data storica che segna la nascita del gioco del calcio moderno è il 26 ottobre 1863. Esattamente in quel giorno, alla Freemason's Tavern di Great Queen Street, nel rione di Holborn, si riunirono 11 club dell'area londinese per uniformare i loro regolamenti. Due erano le tendenze dominanti: 
  • La prima intendeva consentire l'uso delle mani e dei piedi, mantenendo al gioco le sue caratteristiche originarie di scontro anche fisico
  • La seconda era favorevole, invece, al solo uso dei piedi e a un'impostazione decisamente meno violenta. I fautori di quest'ultimo orientamento confluirono nella FA (Football Association), che fu la prima federazione calcistica nazionale.
La separazione dal rugby avvenne in maniera graduale. Il primo match organizzato dalla FA, al Battersea Park, tra le squadre del London e dello Sheffield, terminò con la vittoria del London per due gol e quattro touch-down a zero.
1872 Inghilterra vs Scozia 0-0

Nel 1872 si giocò il primo incontro internazionale della storia fra le rappresentative di Scozia e Inghilterra, al West of Scotland Cricket Club, a Partick. Davanti a 4000 spettatori, che avevano pagato uno scellino a testa, l'accanitissima sfida terminò in parità: 0-0 malgrado nel rudimentale schema tattico del tempo gli attaccanti figurassero in numero nettamente maggiore rispetto ai difensori.

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