mercoledì 20 marzo 2013

Commercio che fu

come Commercio che fu!

Dicesi Commercio dal latino Commercium, quella attività economica atta a trasferire i beni dal produttore al consumatore oppure da un produttore all'altro. Si esprime in genere con atti di compravendita e con trasporto dei beni nel tempo e nello spazio!

Orbene, fatta questa doverosa precisazione, andiamo pure ad inoltrarci in questo affascinate viaggio nel tempo, riguardo al Commercio nell'era primitiva, quindi che fu.

La pratica del Commercio nei nostri progenitori, nell'era primitiva, non era del tutto ignota ma è logico supporre che il genere umano abbia passato una fase transitoria in cui la pratica del Commercio fosse del tutto assente![...]

Di tale fase precommerciale risulta essere a tutt'oggi ancora attiva presso alcune popolazioni, mentre in altre si trovano principi, ideologie e modus operandi radicalmente diverse da quelle che governano il Commercio dei popoli civili e in tali modi di fare faremo in modo di risalire a quali siano state le sue forme primitive e perchè no, risalire alle sue origini!

L'istinto allo scambio dei prodotti della pesca, della caccia e della raccolta, fra insediamenti umani in territori limitrofi, ebbe di certo un precoce sviluppo, quando le condizioni ambientali dei due territori erano diverse e anche quando, nonostante essendo simili tali condizioni, a fare la differenza era la cultura e l'ingegno delle varie comunità.

Altrettanto precoce fu anche la ricerca di tali  prodotti particolari che non sempre si trovavano ovunque: certe terre coloranti, qualche speciale varietà di roccia, il sale e qualche erba narcotica. Ma a tali stimoli, intinti, facevano da contrasto molte difficoltà: ogni insediamento umano primitivo viveva normalmente con un'economia rigorosamente chiusa ed isolata, sfruttando un territorio dal quale non poteva uscire senza conflitti con gli insediamenti circostanti. Il Commercio di oggetti oppure di prodotti con i gruppi confinanti non poteva avvenire se non per consenso collettivo.

Considerando, le testimonianze delle scoperte archeologiche delle più antiche età del genere umano, specialmente del Paleolitico inferiore e medio, non possiamo non riconoscere che non c'è mai alcuna traccia di provenienze esterne, infatti le materie usate prevalentemente sono sempre quelle che le immediate vicinanze potevano fornire.

Tale isolamento economico dei gruppi è meno evidente già per il Paleolitico superiore. Scorgiamo rapidamente, nell'età neolitica, la nascità ed il moltiplicarsi di Commerci sia vicini che lontani. L'esistenza di un'età precommerciale pare quindi essere suffragata anche dalle ricerche preistoriche. Ci fu una fase transitoria fra la rapina e il baratto?

A tal proprosito racconta il Casati che certi gruppi di Pigmei dell'Africa centrale visitano di nottetempo le piantagioni dei Negri, rubano banane e altri prodotti e se ne vanno, lasciando però come compenso pezzi di selvaggina. Secondo il Yunker, un altro gruppo di Pigmei aveva l'abitudine di piantare una freccia in alcuni grappoli di banane, lasciando così intendere che dovevano essere loro riservate. Dei Vedda selvaggi i Sarasin hanno riportato che usano recarsi di notte davanti alle capanne dei fabbri Singalesi per deporvi della selvaggina, ma si attendono di trovare in contraccambio dopo qualche tempo le punte di ferro per le loro frecce.
Tali testimonianze però, più che svelarci un periodo temporale intermedio fra la rapina e lo scambio, ci mettono in luce alcune forme di ciò che è stato definito il Commercio muto e che si è ritenuto, da qualche studioso, la forma più primitiva di Commercio.

1 commento:

Unknown ha detto...

...ciao Vito, davvero un bel post, il contenuto è pregevole per interesse...non sarebbe male fare un copia e incolla per la community, tutti ne potrebbero usufruire per aumentare la propria conoscenza della storia...abbraccio..

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