domenica 28 agosto 2011

Mariuccia, donna arrivata dal nulla e scomparsa nel nulla...

 Cari amici e lettori de"Il pecato veniale", tra i Miti e Leggende... del nostro bel paese, ho trovato una di queste che mi ha profondamente convinto che la forza dovuta dal forte desiderio di vivere liberi dall'oppressione e talmente irrefrenabile che continua a vivere anche oltre la triste realtà, avendo come veicolo il mito. Un'esempio di quanto detto e quello di una donna arrivata dal nulla e scomparsa nel nulla...Mariuccia.

Verso la fine del settecento, nell’odierna piazza Cesare Battisti di Torre Annunziata, a poca distanza da Napoli, si trovava una taverna abbastanza frequentata dal popolo, gestita da una certa Mariuccia, donna sola, slanciata ed energica, che i frequentatori abituali della taverna avevano trovato improvvisamente nella taverna, al posto dell’ex gestore Gennarino, di cui la donna si era dichiarata nipote, dopo che questi misteriosamente era scomparso e che molti ritenevano imprigionato in una qualche prigione borbonica a causa delle sue idee repubblicane. La stessa Mariuccia, tra un boccale di vino e l'altro, si lasciava andare spesso a discutere di politica con alcuni clienti della taverna, non nascondendo le sue simpatie per gli antiborbonici; insomma la taverna era per certi versi una sorta di fucina di idee rivoluzionarie, tale da fare insospettire e sorvegliare, anche se discretamente, le autorità.
I sospetti divennero tali e...
certi quando nel gennaio 1799 venne finalmente proclamata la Repubblica Partenopea; in quella piazza i festeggiamenti popolari furono più incontenibili più che altrove e, nella cantina, Mariuccia ,visibilmente felice, offri vino in quantità, in un’atmosfera di generale apoteosi. Nella stessa piazza  il popolo innalzò, immediatamente dopo, l’albero della libertà ,costituito da un palo sulla cui cima era innalzato un berretto frigio, tipico copricapo dei repubblicani durante la rivoluzione francese, già usato dagli antichi persiani e dai liberti ( ex schiavi) della Roma imperiale.
Dopo qualche giorno, però, i clienti dell’osteria trovarono l’ingresso chiuso e nessuna notizia di Mariuccia, situazione che si protrasse fino al luglio dello stesso anno, il tempo, cioè, della durata della repubblica, poiché poco tempo dopo la restaurazione del potere borbonico il locale riaprì: ma
frequentatori trovarono una Mariuccia diversa, triste, avvilita, delusa dalla caduta di quella che era sembrata una grande speranza di cambiamento. Nel frattempo l’albero era stato abbattuto e sostituito da un crocifisso di legno ( sostituito da uno di ferro nel 1919 e tuttora esistente).
Una mattina tre uomini in borghese, gendarmi o amici, non era certo chi fossero, vennero a prelevare Mariuccia con una carrozza dirigendosi velocemente verso Napoli, tra l'impotenza di quanti assistettero alla scena; la notizia si sparse e nacquero i commenti più disparati: l’avrebbero imprigionata ? Era stata rapita? Sarebbe stata condannata all'impiccagione? Ne parlavano quasi tutti con ansia, comunque, con qualche raro commento di soddisfazione.
Finchè un giorno arrivò la notizia: sulla strada tra Ercolano e Portici era stata fermata una carrozza senza guida, in apparenza vuota, che i cavalli continuavano a trainare per inerzia. Ma la sorpresa si era avuta aprendo gli sportelli, poiché all’interno erano stati trovati i corpi senza vita dei tre uomini che avevano prelevato Mariuccia, uccisi di spada, ma della donna nessuna traccia, né mai in seguito si ebbero notizie sul suo destino. Le ipotesi su quanto era veramente accaduto furono tante: alcuni sostenevano che la donna fosse stata liberata da amici i quali avevano ucciso le guardie che l’avevano arrestata, altri erano convinti che i tre uomini, amici di Mariuccia, stavano tentando di portarla in salvo per sottrarla all’imminente arresto, venendo poi trovati dai gendarmi che li avevano uccisi, portando via la donna per relegarla in una cella di chissà quale prigione del regno. Ma la fantasia dei popolani volle far elevare l’episodio a leggenda, perché alla fine prevalse in essi il convincimento che la donna fosse stata liberata dalla spada dell’arcangelo Michele , giustiziere divino, e portata in cielo da cui ritornerebbe periodicamente vagando alla ricerca dello smarrito albero della libertà.

2 commenti:

Fred Nitch ha detto...

Ciao Legolas grazie del passaggio.
Saluti.

Un abbraccio

Legolas Helda ha detto...

E sempre un piacere per me trovarti. Avrei anche voglia di sentirti, ma credimi è per me un periodo pesante e alquanto avvilente, e sento la necessità incessante di stare solo con me stesso, nel mio silenzio interiore...Ma sei sempre amico mio!
Lunga vita e prosperità carissimo ragazzo!

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