Il mito dell'uva |
Tanto tempo fa, la vite era soltanto una pianta ornamentale, come tante altre del suo genere. Cresceva al centro dell'orto, ricca di rami e foglie.
Il Sole contribuiva con i suoi raggi ed il suo calore a farla abbondare e darle benefici senza fine al punto tale che i suoi rami s'allungavano oltre limite, creando ombra a tutto il resto, destando preoccupazione al povero ortolano.
"Pure le altre piantine che vivono nell'orto necessitano della luce del Sole, bisogna che poti immediatamente la vite, prima che si secchino irrimediabilmente", disse tra se l'ortolano. La vite provò grande sofferenza nel'essere potata, versando lacrime di dolore senza fine. Sul calar della sera, un usignolo udì il suo lamento, e posandosi su di un suo ramo la confortò iniziando a cantare poggiato ad essa. Il cantar dell'usignolo fu cosi dolce e benefico che la vite ne ebbe grande beneficio, al punto che le sue lacrime rimasero attaccate ai rami come fossero piccole perle.
Fu cosi, che la vite si senti permeare dentro di se come di una nuova linfa vitale che infusero vitalità alle lacrime, facendole divenire belle come perle, per poi trasformarle in frutti dolci e gustosi: erano i primi chicchi d'uva! Un allegro venticello accarezzo i chicchi unendoli in grappoli dalle dimensioni più o meno grandi, che il Sole provvide a sua volta a fare maturare.
2 commenti:
Proprio mi giunge nuovo
I miti, le leggende, son belle ed affascinanti perché tali.
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