Dopo avere elencato i suoi misfatti, i suoi peccati, la sua vita irregolare, dissacrante dinanzi a qualunque legge divina ed umana, Gesù lavò con "acqua" pura e cristallina che sgorga soltanto da un'unica fonte, dove chiunque può accostarsi a patto che rispetti una sola ma fondamentale condizione: pentimento!
La donna, Maria Maddalena, dissoluta, di facili costumi, alla ricerca probabile di un'affetto, un'amore, il vero amore, visse una vita che passò da un marito all'altro, dalle braccia di un uomo a quelle di un'altro, nella continua speranza che fossero quelle giuste, quelle che facessero per lei, adesso si ritrova faccia a faccia con il suo destino, con la sua esistenza, non può più mentire a se stessa ed agli altri.
"...nemmeno IO ti condanno, va e non peccare più!" |
Messa a forza davanti allo Specchio supremo, vede trascorrere la sua vita, fatti e misfatti di cui andare davvero tutt'altro che fieri: ma adesso è giunta ad un bivio, accettare il perdono divino, unico e vero, oppure voltarsi al pari dei suoi accusatori e tornare alla sua sporcizia di sempre. Sappiamo bene come andò, fu donna pia, segui Gesù fino alla morte, ed alla morte ignominiosa della croce, non si separò un solo momento dal suo Maestro, dal suo uomo, dal suo Signore, dal suo vero...AMORE!
Ma da quella sua scelta di vita nuova, da quel giorno in cui apri il cuore alla vera vita, da quel momento in cui fece entrare il Maestro, quel Gesù che molti amavano ed altrettanti odiavano, nel suo animo tutto cambiò in un istante la tempesta del suo cuore si chetò e si fece gran bonaccia, gli angeli in cielo fecero gran festa, perchè quando anche una sola anima si ravvede dal suo cammino errante e torna alla sua nativa origine divina, in cielo si fa grande festa, pensate che gli "Altri" ebbero lo stesso piacere? Credete forse che tutto intorno ebbero piacere di questo ravvedimento?
Quante volte ci capita di parlare e sparlare di questo e di quella, allietando le nostre serate o capatine al bar condendo il nostro disquisire con "piacevoli" dissensi a causa di male nuove avvenute a tizio o caio per via di una sua condotta disordinata e dissoluta. Provano quasi un piacere, velato nemmeno tanto, da un apparente ed ipocrita dispiacere: "che fine che ha fatto il tizio o la tizia!" Cattive compagnie, sregolatezza e dissolutezza, causano guai, ed un destino che può solo condurre alla perdizione, ma per fortuna c'è un ma. Un "ma" che vaga nel limbo e nel precario equilibrio di un giudizio che si scontra con la sentenza divina del Maestro, con il suo imperituro "nemmeno IO ti condanno, va e non peccare più" ed il nostro intollerante senso pudico e morale che mai vuole privarsi di quella sporcizia che condisce il nostro dire degli altri. Il nostro continuo guardare la pagliuzza nell'occhio del nostro fratello o della nostra sorella, per cui un tossico dipendente sempre tale rimane, un'alcolista sempre tale resta, un criminale sempre criminale sarà, perchè in fondo è quello il fato che gli è stato assegnato.
Ma chi gli ha assegnato quel fato? Chi gli ha cucito quella "lettera scarlatta" con ago pungente e filo malevolo? Dio oppure noi? Perchè mai non si riesce a vedere con occhio diverso chi prima strisciava a terra nel sudiciume per via del suo peccato, poi umiliandosi ed infine pentendosi? Perchè? Perchè mai al perdono di Colui che tutto può non deve corrispondere il nostro? Infastiditi da un'uomo o una donna diversi, puliti non più sporchi...eppure ci si mostrava indignati prima quando giacevano nella sporcizia del peccato, ci si indispettisce adesso che si mostrano puliti, pentiti, ravveduti, con un parlare diverso, con uno sguardo differente ed appena ci tendono la mano ci ritraiamo come fossero lebbrosi da evitare perchè tanto si sa da uno(a) come quello(a) che mai da aspettarci ci sarà? Quella fonte d'acqua viva dove scorrono fiumi di pura e cristallina attitudine ad amare, chi mai accostarsi potrà? Solo chi ama, chi è in cerca dell'amore, quello vero che mai fine avrà.
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