martedì 8 aprile 2014

Camminando

Ci sono cose semplici e genuine che possono nutrire nel profondo, una di queste è per me il camminare. Nella mia infanzia era una delle occupazioni principali, dato che negli anni '50 o si camminava o si camminava. Possedere una bicicletta era roba da ricchi! Amavo e amo ancora la campagna e le mie ore di svago e libertà le ho vissute a correre e camminare alla scoperta della campagna a casa della zia materna, e mi sembra ancora di sentire le mie corse bloccate dai fìli tenaci di robuste ragnatele che mi si appiccicavano in faccia, o dai voli radenti delle merle in cova che uscivano dal nido.

 Camminare alla scoperta dei passi che uno dopo l'altro mi facevano raggiungere mete, valicare passi, attraversare boschi e prati e monti. Ho conosciuto il camminare come principale mezzo di trasporto, ma il camminare in mezzo alla natura quando il tempo si dilata e rimani solo tu e la vita attorno a te in un “qui e ora”. Camminare per incontrare la rugiada del mattino brillare di mille arcobaleni, camminare fra la nebbia bagnata e silenziosa, camminare con la galaverna ghiacciata, camminare sotto il sole cocente accompagnati dal canto assordante delle cicale e dalla polvere ai piedi. Camminare di notte per scoprire di poter vedere al buio o per lasciarsi illuminare il cuore dall'aria trasparente della luna piena. Camminare nelle stagioni. Camminare nei profumi. Camminare e riconoscere le energie dei luoghi, luoghi che t'accolgono, luoghi che t'allontanano, luoghi di paura, luoghi magici, luoghi sinistri, luoghi benedetti. Il camminare sempre ti porta a lasciare dietro i brutti pensieri e man mano che procedi impari a sospendere il pensiero, e come un regalo inaspettato ma che sempre non so da chi ti è elargito, quando sospendi il pensiero, tutto cambia e vedi la vita scorrere dentro alle piante, senti il loro canto e avverti la loro energia. Ho imparato ad ascoltare il rumore dei passi, il ritmo, a riconoscere la fatica, ad amarla e a non temerla, lasciarmi ripulire da essa fino a che possa spolverare qualcosa di luminoso che torna a brillare.
Camminando ho imparato a spegnere i perisieri, entrare nel ritmo del respiro, dei passi, del cuore e le tensioni si scioglievano come le gocce di sudore e il calore piacevole dei muscoli. Camminando ho imparato ad entrare nei luoghi in punta di piedi, chiedendo permesso inchinandomi di fronte al silenzio e agli abitanti, respirando aria pura ho visto porte aprisrsi al di la del conosciuto. Mondi invisibili si sono aperti ai miei occhi e spiriti di grandi alberi mi hanno accompagnano attraverso i boschi, alle forme centenarie dei tronchi e li ho sentito parlare delle loro storie. Camminando ho imparato a bussare su porte fatte di nuvole, dove il silenzio respira con il vento. Tengo dentro al sogno queste atmosfere magiche, chiuse in uno scrigno fatto di alito di vita con una serratura fatta di follia. Al ritorno della camminata porto sempre con me un pezzetto di corteccia che una sottile voce silenziosa mi dice di raccogliere. La tengo fra le mani e la ripongo dove penso ci sia necessità della sua forza. Alla mia eta posso permettermi un pizzico di follia.

3 commenti:

laridream ha detto...

Ð molto bello quello che hai scritto.

Unknown ha detto...

..cara Katy, quanto vorrei avere le tue caviglie!...un forte abbraccio..e complimenti per foto...

Unknown ha detto...

..cara Katy, quanto vorrei avere le tue caviglie!...un forte abbraccio..e complimenti per foto...

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