lunedì 8 aprile 2013

Commercio che è

Commercio che è! Il Commercio oggi, è senz'altro qualcosa che non ha più nulla a che vedere con quello che fu, tutt'altro...

Provate a riflettere su cosa potranno mai avere in comune un palloncino, le disuguaglianze sociali e la globalizzazione? Nulla, direte voi. Ne siete certi? Alcuni studiosi americani hanno di recente preso ad analizzare e misurare, il livello di integrazione e interdipendenza dell'economia globale, facendo uso di variabili proprio come si usa fare in fisica e matematica.
Stò parlando dell'entropia delle informazioni.
 Se l'entropia è l'unità di misura capace di misurare il disordine che affligge dall'interno un dato sistema, saremo in grado forse di comprendere l'obiettivo di questi studiosi, ovvero dimostrare che il Commercio di oggi con la globalizzazione ha soltanto prodotto un enorme disordine mondiale? Personalmente ci andrei cauto con tale affermazione.
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Lo scopo di queste ultime ricerche è invece quello di rendere più chiaro il perché la globalizzazione sia una forma di Commercio vantaggioso nel breve periodo ma deleteria a lungo termine. Ma per riuscirci sarà necessario fare riferimento alla teoria dell'informazione, oppre per dirla con le parole del matematico Claude Shannon, all'entropia dell'informazione, cioè quella variabile astratta che può venierci in soccorso nell'impresa di misurare il grado di diffusione di ciò che stiamo osservando nel Commercio oggi.

Nonostante il Commercio internazionale non è certo stato generato con la globalizzazione, quest'ultima ha avuto un'influenza importante sulla distribuzione complessiva del reddito, molto più incisivo di quanto sia mai stato osservato. Dopo essere rimasto fissato per anni nelle mani di una sorta di "cartello" composto da poche "eletti", il Pil mondiale, grazie alla globalizzazione, ha iniziato ad essere ridistribuito tra un numero sempre maggiore di nazioni. Facendo salire il livello di entropia da Pil.

Ebbene, sempre più economisti si sono convinti che gli effetti positivi della globalizzazione siano soltanto una sorta di palliativo dalla vite breve e che a lungo andare le conseguenze di tanta integrazione siano molto più negative. Infatti, se da un lato è impossibile fermare il progresso, dall'altro è sempre più evidente che quest'ultimo ha dato molto più potere ai capitali e a chi li possiede per farne privazione ai lavoratori, qualificati e non qualificati.


Le cui mansioni non solo iniziano ad essere sostituite dai computer, ma anche dalla manodopera globale cui i capitali decideranno di volta in volta di rivolgersi. Quindi i paesi che riusciranno ad attirare più investimenti saranno anche quelli che riusciranno a trarre maggiore beneficio dalla globalizzazione. Ma solo nel breve periodo, perché nel lungo staremo, quasi, tutti peggio. A meno che non riusciremo ad inventarci un nuovo modello di sviluppo che prenda in considerazione queste distorsioni e riesca in qualche modo ad attenuarne gli effetti.





3 commenti:

Anonimo ha detto...

leggo con interesse
e lascio un saluto di buona settimana.

Legolas Helda ha detto...

Ricambiamo con affetto,
Vita lunga e prosperità

Blogaventura ha detto...

C'è un piccolo omaggio per questo blog su Blogaventura Reporter. Un abbraccione, Fabio

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