lunedì 21 gennaio 2013

Casa che fu

 come Casa che fu!

Senza alcun ombra di dubbio, il problema della casa si propose all'uomo primitivo con ogni probabilità, quando dovette rinunciare ai vari ripari naturali che inizialmente furono per esso stesso un surrogato più o meno valido di casa, come ad esempio i cespugli, alberi cavi, buche nel suolo e principalmente le caverne, o più semplicemente dei grossi massi sporgenti che si sovrapponevano, anche parzialmente, alle intemperie meteorologiche come vento e pioggia.

Costretto del continuo a spostamenti per inseguire la selvaggina, e per cercare regioni più miti ed accoglienti, aventi pascoli più ricchi per il proprio bestiame, l'uomo primitivo si trovò con la necessità di procurarsi una casa che potesse essere un valido mezzo di riparo alle imprevedibili condizioni climatiche e ambientali dei vari luoghi, oltre che offrire protezione a quel bene prezioso che era il fuoco.

Questa casa doveva potersi costruire semplicemente, facendo uso[...]
di strumenti rudimentali e i materiali a cui potere attingere dovevano far si per esigenze contingenti,di potersi smontare e trasportare facilmente. E' proprio da questa esigenza legata alla vita nomade che sembra essere nata la capanna preistorica.
La casa dell'uomo paleolitico dunque è la capanna.

La capanna era costruita prevalentemente con tronchi, rami, ossa e rivestita di pelli e frasche. Recintava uno spazio chiuso che proteggeva dal vento e dalla pioggia e all'interno si poteva mangiare e dormire. L'uomo di questo periodo non si muoveva mai da solo perché sarebbe stato inadeguato di fronte ad un grande animale, mentre in gruppo poteva preparare trappole al fine di catturarlo e provvedere a sfamare molti di essi. Questi piccoli gruppi erano composti solitamente tra i venti ed i cento membri, come si è potuto dedurre dal numero dei focolari di ogni comunità e si spostavano da una località all'altra.

Diversamente le palafitte erano un tipo di casa costruita su una piattaforma, sostenuta da pali piantati nell'acqua di un lago oppure di un fiume in maniera tale da essere circondate e difese. Ciascuna palafitta aveva due uscite: l'una immetteva alla piattaforma collegata alla riva attraverso una passerella, anche questa sostenuta da pali conficcati nel terreno, l'altra comunicava direttamente con l'acqua e veniva usata come scarico.

2 commenti:

Unknown ha detto...

...caro Vito, bella descrizione dei tempi che furono...fortunatamente i nostri progenitori non avevano ancora un certo dr. Monti, il quale avrebbe imposto loro l'imu sulle capanne...vita lunga..

Legolas Helda ha detto...

Ti sono grato amico mio, hai pur ragione, e chi deve pagare he paghi!
Ma sarà? Mha, intanto vita lunga e prosperità!

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