Ci sono donne che dovremmo ricordare. Sono donne che hanno cambiato parte del mondo, che hanno avuto il dono prezioso dell'altruismo, il coraggio di difendere la vita qualsiasi colore fosse.
Questa storia racconta di un personaggio magico quasi fiabesco tanto è bello, tuttavia è una storia vera con personaggi veramente esistiti.
Irena Sendler nacque nel 1910 a Varsavia in
Polonia. Il padre, Stanisław Krzyżanowski, era medico; egli
morì di tifo nel febbraio 1917, avendo contratto la malattia mentre
assisteva ammalati che altri suoi colleghi si erano rifiutati di
curare. Molti di questi ammalati erano ebrei: dopo la sua morte, i
responsabili della comunità ebraica di Varsavia si offrirono di
pagare gli studi di Irena come segno di riconoscenza. Pur essendo di
confessione cattolica, la ragazza sperimentò fin dall'adolescenza
una profonda vicinanza ed empatia con il mondo ebraico.
All'università, per esempio, si oppose alla ghettizzazione degli
studenti ebrei, e come conseguenza venne sospesa dall'Università di
Varsavia per tre anni.
Quando nel 1939 scoppiò la seconda guerra mondiale,
lavorava in un servizio sociale e aveva soltanto 29 anni. Iniziò da
subito a proteggere gli amici ebrei a Varsavia. Nel 1940 fu eretto il
ghetto e Irena iniziò a entrarvi con vari pretesti: ispezioni per
verificare potenziali sintomi di tifo, ispezioni alle tubature
d’acqua. I pretesti variavano, ma lo scopo vero no: Irena iniziò a
trasportare fuori dal ghetto decine e decine di bambini di tutte le
età, per salvarli dalla morte certa che li attendeva. Nascondeva i
neonati nelle casse del furgone, i bambini più grandicelli in sacchi
di juta. Addestrò il suo cane ad abbaiare quando arrivavano i
tedeschi, perché non potessero sentire i pianti disperati dei
bambini che venivano separati dai loro genitori. Irena più volte in
seguito ebbe a dire che in realtà i veri eroi erano quelle madri e
quei padri che decisero di affidarle i loro bambini. La sua libertà
di entrare e uscire dal ghetto le permise di convincere i genitori ad
affidarle i bambini, affinché si potesse evitare loro la vita di
stenti del ghetto con la speranza di poter riunire le famiglie in
futuro. Alla fine Irena riuscì a salvare circa 2500 bambini. E’ un
numero impressionante. Quanti viaggi avrà fatto per portarne fuori
così tanti? Non tutti erano nel ghetto, molti erano anche negli
orfanotrofi. Irena li prendeva e forniva loro una nuova identità, li
affidava a famiglie e preti cattolici. Questi bambini ora sono adulti
e, soprattutto, sono vivi. Ma il sogno di Irena era quello di
restituire loro un giorno la famiglia d’origine. Nascose quindi per
anni in barattoli di marmellata vuoti i fogli con i nomi delle
famiglie d’origine, poi sotterrò i barattoli nel giardino.
Ad un certo punto la Gestapo la
catturò. Subì la tortura, le fratturano entrambe le gambe e le
braccia. Irena riuscì a non rivelare il suo segreto. La condannarono
a morte, ma la resistenza polacca attraverso l’organizzazione
clandestina ZEGOTA riuscì a salvarla, corrompendo alcuni soldati
tedeschi. Cosi alla fine della guerra questi preziosi barattoli
furono recuperati da Irena e utilizzati per ricontattare 2000
bambini. Le loro famiglie erano state sterminate e nella maggioranza
dei casi il ricongiungimento non fu possibile.
Dal 1965 il suo nome fu menzionato
nell’elenco del museo Yad Vashem fra i “Giusti tra le Nazioni”
e nel 1983 un albero fu piantato nel giardino dello stesso museo in
Israele in suo onore. Tuttavia la storia di Irena è stata per anni
dimenticata dall’opinione pubblica, ma è stata riscoperta e resa
nota nel 1999 da un gruppo di studenti del Kansas che hanno fondato
un progetto di sostegno alla conoscenza pubblica di questa vicenda.
“Life in a Jar” è diventato uno spettacolo, un libro e un dvd.
La storia di questo progetto si trova sul sito www.irenasendler.org.
Nel 2007 Irena Sendler venne anche raccomandata dal governo polacco per il premio Nobel per la pace, con l'appoggio ufficiale dello Stato di Israele espresso dal suo primo ministro Ehud Olmert (anche se queste nomine dovrebbero essere mantenute segrete). Una regola per l’assegnazione del Nobel richiede di aver effettuato una qualche attività meritoria nei due anni precedenti alla richiesta. Nel caso di Irena le azioni meritorie risalivano tuttavia a molti anni prim, alla fine il premio venne assegnato ad Al Gore.
Nello stesso anno l'allora Presidente della Repubblica di Polonia Lech Kaczyński, avanzò la proposta al Senato del suo Paese perché fosse proclamata eroe nazionale. Il Senato votò a favore, all’unanimità. Invitata all'atto di omaggio del Senato il 14 maggio dello stesso anno, all'età ormai di 97 anni non fu in grado di lasciare la casa di riposo in cui risiedeva, ma mandò una sua dichiarazione per mezzo di Elżbieta Ficowska, che aveva salvata da bambina
" Ogni bambino salvato con il mio aiuto, è la giustificazione della mia esistenza su questa terra, e non un titolo di gloria"
(lettera la Parlamento polacco) Il 12 maggio 2008 questa donna, dal viso dolce e paffuto, si è spenta a Varsavia.
Il 7 novembre 2001 le venne assegnata
la Croce di Comandante con Stella dell'Ordine della Polonia
Restituta.
Nel 2003, papa Giovanni Paolo II le
inviò una lettera personale lodandola per i suoi sforzi durante la
guerra. Il 10 ottobre 2003 essa ricevette la più alta decorazione
civile della Polonia, l'Ordine dell'Aquila Bianca, e il premio Jan
Karski "Per il coraggio e il cuore", assegnatole dal Centro
Americano di Cultura Polacca a Washington, D.C..
Nel 2007 Irena Sendler venne anche raccomandata dal governo polacco per il premio Nobel per la pace, con l'appoggio ufficiale dello Stato di Israele espresso dal suo primo ministro Ehud Olmert (anche se queste nomine dovrebbero essere mantenute segrete). Una regola per l’assegnazione del Nobel richiede di aver effettuato una qualche attività meritoria nei due anni precedenti alla richiesta. Nel caso di Irena le azioni meritorie risalivano tuttavia a molti anni prim, alla fine il premio venne assegnato ad Al Gore.
Nello stesso anno l'allora Presidente della Repubblica di Polonia Lech Kaczyński, avanzò la proposta al Senato del suo Paese perché fosse proclamata eroe nazionale. Il Senato votò a favore, all’unanimità. Invitata all'atto di omaggio del Senato il 14 maggio dello stesso anno, all'età ormai di 97 anni non fu in grado di lasciare la casa di riposo in cui risiedeva, ma mandò una sua dichiarazione per mezzo di Elżbieta Ficowska, che aveva salvata da bambina
" Ogni bambino salvato con il mio aiuto, è la giustificazione della mia esistenza su questa terra, e non un titolo di gloria"
(lettera la Parlamento polacco) Il 12 maggio 2008 questa donna, dal viso dolce e paffuto, si è spenta a Varsavia.
11 commenti:
Non conoscevo questa donna, sicuramente merita molta più risonanza di quella che finora non ha avuto.
Grazie per il post e un abbraccio!
chapeau
..cara Gala, a questa donna a
coraggiosa, dai valori umani altissimi, di uguaglianza, fratellanza, rispetto per la dignità, per l'amore verso il prossimo, per la bontà profusa verso i più deboli, a rischio della propria vita, un solo premio Nobel non sarebbe sufficiente a premiare tutte le virtuose azioni che le hanno permesso di dare una giustificazione alla sua esistenza...non so quante altre persone del mondo potranno dire la stessa cosa...certo che è più facile dare un alto riconoscimento a un valoroso caduto in guerra, con tanto di pompa magna, che ricordare su tutti i fronti e in tutti gli angoli della Terra, anime come quella di Irena Sendler....non nascondo una certa indignazione....grazie a te Gala per averlo fatto, per aver ricordato quanto un vero cuore possa fare...un abbraccio...
Neanch'io la conoscevo e mi vergogno profondamente..
Ed in ogni caso ti ringrazio di avermela fatta conoscere, perchè ho bisogno di sapere che persone così speciali siano realmente esistite!
..abbiamo tanti esempi dell'uomo in negativo, ci mancano quelli in positivo.
complimenti per un post così interessante, ricordare una persona come questa donna che si è battuta per la dignità e la libertà delle persone fa capire quanto siete sensibili e profondi.
Un saluto dalla savana
Non conoscevo questa grande donna.
E mi sembra di capire di non essere la sola.
Ben fatto a ricordare una persona così meritevole e così sconosciuta ai più.
Un caro saluto
Lieta e felice d'avervi fatto conoscere questa grande donna. Questi sono i momenti che mi esalto e sono felice d'appartenere al genere femminile. Il nostro senso materno fa la differenza, almeno nelle donne che lo posseggono, e ci spinge ad un gradino in più verso l'umanità. Grazie a tutti voi per il vostro passaggio e per aver apprezzato. Un abbraccio.
personaggi meravigliosi che ebbero un coraggio incredibile
Ma quante donne , al giorno d'oggi, potrebbero essere paragonate a questo angelo in terra , che quasi nessuno conosceva e che ha fatto miracoli per la vita degli altri, sacrificando con gioia la propria?
L'ultima tua riga dice tutto: "viso DOLCE..."
Sono sempre più portato a credere nella fisiognomica. Una donna con una simile luce negli occhi non poteva che essere una donna meravigliosa.
Ciao!
Grazie Soffio, grazie Nella e grazie Zio per i vostri commenti è rincuorante far conoscere donne ti questa portata. Buona giornata.
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