domenica 9 settembre 2012

Con le ali nell'anima e la passione del volo nel cuore... Amelia Mary Earhart!

Un anima con le ali ed un cuore appassionato al volo.
Centoquindici anni dalla sua nascita.


Nasce ad Atchison, in Kansas (Stati Uniti), il 24 luglio del 1897, Amelia Mary Earhart. La sua famiglia era molto conosciuta in città. Il nonno materno, Alfred Gideon Otis, era stato un giudice federale e successivamente responsabile della Atchison Savings Bank.

Earhart aveva una sorella di poco più grande con la quale trascorse l’infanzia: giocavano di continuo all’aperto ed erano sempre pronte a esplorare il vicinato e a inventarsi nuove avventure. Collezionavano vermi, farfalle notturne e ranocchie, ma a Amelia interessava più di tutto il volo già da bambina.

 Nel 1904 con l’aiuto di uno zio costruisce una rampa di lancio, e si lanciò con una cassetta di legno. L'atterraggio fu disastroso, ma con qualche ammaccatura si rimise al lavoro ben convinta di ciò che faceva. Quello fu il suo primo volo.
Il primo aeroplano lo vide quando aveva una decina di anni e si trovata alla Fiera dello Iowa a Des Moines, dove si erano trasferiti i genitori per motivi di lavoro. Dopo un periodo trascorso con i nonni ad Atchison, le due sorelle si riunirono con i genitori nel 1909 e iniziarono a [...]
frequentare una scuola pubblica.
Con il padre alcolista, le due sorelle si trasferirono con la madre a Chicago e Mary iniziò a frequentare l’Hyde Park High School dove ottenne un diploma nel 1916. L’anno seguente iniziò a lavorare per la Croce Rossa a Toronto (Canada) dove si era spostata la sorella. Si occupò dei feriti della Prima guerra mondiale e nel 1918 si ammalò in seguito all’epidemia dell’influenza spagnola. Le fu necessario quasi un intero anno per riprendersi, periodo che trascorse leggendo molto e studiando meccanica.

Alla fine del 1920 Earhart visitò un campo di volo di Long Beach e volò per la prima volta su un aeroplano per una decina di minuti. Fu un’esperienza che la impressionò molto e che la spinse a fare molti lavori diversi per mettere insieme i mille dollari necessari per pagare le lezioni di volo.
Dormì per tre notti con il giubbotto da aviatore per dargli un aspetto più usato e si tagliò i capelli corti, come usavano fare altre pioniere del volo all’epoca.

Imparò in fretta le tecniche per gestire un aereo in volo e acquistò un biplano di seconda mano di colore giallo, che chiamò “Il Canarino”. A fine ottobre del 1922 portò il suo aereo a un’altitudine di 4.300 metri, stabilendo un nuovo record per i piloti di genere femminile. Il patentino di volo arrivò nella primavera dell’anno dopo: Earhart fu la sedicesima donna a ottenerne uno dalla Federazione Aeronautica Internazionale.

Gli anni seguenti furono difficili: a causa di alcuni investimenti azzardati, Earhart perse quasi tutto e fu costretta a vendere “Il Canarino” e un altro piccolo aeroplano che aveva acquistato; si ripresentarono anche alcuni problemi di salute, dovuti a una sinusite cronica che aveva contratto quando si era ammalata di influenza.

Dopo il divorzio dei genitori a metà degli anni '20, si spostò con la madre a Boston dove Earhart fu sottoposta a un’operazione (l’ennesima) per la sinusite che diede qualche esito positivo. Tornò all’università, ma per poco tempo perché la famiglia non aveva denaro per pagarle gli studi.
In quegli anni Earhart fece diversi piccoli lavori che le consentirono di mantenere la propria passione per il volo. Nel 1928 fu coinvolta in un ambizioso progetto per compiere una traversata dell’Atlantico in aereo, come aveva fatto l’anno precedente l’aviatore Charles Lindbergh.
L’operazione fu un successo: la squadra raggiunse il Galles dopo essere partita da Terranova e Labrador (Canada) in 20 ore e 40 minuti, ma Earhart fu sostanzialmente una passeggera perché non aveva la giusta formazione per guidare il Fokker scelto per la traversata.
L’operazione diede a Earhart un enorme successo, soprattutto negli Stati Uniti dove la stampa raccontò la sua impresa e i pubblicitari utilizzarono la sua immagine per promuovere diversi prodotti. In pochi anni l’aviatrice divenne molto famosa, cosa che le consentì di ottenere nuovi fondi per finanziare le sue iniziative legate al volo, comprese le campagne per incentivare le donne a occuparsene. Insieme con Lindberg, fece pubblicità e investì risorse nella Transcontinental Air Trasnsport, una delle prime compagnie aeree di linea che sarebbe poi divenuta la TWA.
Alla fine degli anni '20 divenne la prima donna a pilotare un aereo da una costa all’altra del Nord America e ritorno. Nel 1932 comprò un giornale locale che testimoniasse la data di partenza, salì sul suo monomotore Lockheed Vega 5B e compì la prima traversata dell’Atlantico realizzata da una donna in solitaria. Tre anni dopo fu la prima persona al mondo a compiere una traversata dalle Hawaii alla California. Nel 1936, Earhart iniziò a pianificare un’altra impresa molto ambiziosa: il giro del mondo in aereo.

Non sarebbe stata la prima persona a farlo, per questo motivo scelse un itinerario più lungo, pari a circa 47mila chilometri. Ottenne i fondi necessari e un aereo modificato, ma il primo tentativo iniziato a marzo del 1937 non andò a buon fine a causa di alcuni problemi tecnici e di un incidente al decollo della seconda tappa. Il secondo tentativo eseguito lo stesso anno fu un successo fino alla Nuova Guinea, dove la squadra di Earhart arrivò dopo aver percorso 22000 km.

Il 2 luglio del 1937 Earhart partì da Lae in Nuova Guinea per raggiungere l’Isola di Howland, un piccolo atollo praticamente nel mezzo dell’oceano Pacifico. Nei pressi dell’isola c’era una motovedetta della Guardia costiera statunitense, che avrebbe dovuto dare le indicazioni via radio per effettuare l’atterraggio sull’atollo. A causa di alcuni problemi tecnici, le comunicazioni via radio tra l’imbarcazione e l’aereo furono disastrose: senza indicazioni precise, Earhart mancò l’atollo e non diede più alcun segnale. Le ricerche nei giorni seguenti non portarono a nessun risultato. Furono spese enormi risorse per l’epoca, ma i sistemi di ricerca erano rudimentali e furono un fallimento. La morte di Earhart fu formalmente dichiarata il 5 gennaio del 1939.

5 commenti:

Zio Scriba ha detto...

Hey, bentornata cara amica: io fra pausa estiva, computer guasto, editing del romanzo (e aggiungiamoci il mio dannato blog roll con 400 indirizzi) me ne sono accorto imperdonabilmente tardi, del tuo ritorno in pianta stabile...

Ciao, e buona domenica!

Blackswan ha detto...

Ciao Carissima ! Bella la storia di questa splendida avventuriera ! Un abbraccio :)

Unknown ha detto...

Ciao, che bel post! Recentemente ho visto il film che racconta la storia di questa donna straordinaria e qualche mese fa, in occasione del ritrovamento di nuove "tracce" avevo scritto un post, ti lascio il link qualora tu avessi voglia di leggerlo, praticamente io parto da dove finisci tu:

http://iltemporitrovatodiantonella.blogspot.it/2012/06/amelia-earhart-fine-di-un-mistero.html

Una storia affascinante che hai fatto bene ad approfondire, grazie.
A presto, buona domenica.
Antonella

Legolas Helda ha detto...

Grande Anto!!! Permettimi, da eterno sognatore e sfegatato appassionanto di fantasy, di esprimere la mia opinione riguardo la scoparsa misteriosa della Earhart: http://blog.libero.it/StarTrekNews24/11448865.html

Vita lunga e prospera Anto! ;)...magari è la...VERITA'!

Unknown ha detto...

Mha, secondo me quando niente è sicuro tutto è possibile. Anch'io comunque amo pensare ad un finale diverso da quello di una morte disperata su un 'isola deserta!
Ciao.
Antonella

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