nei cortili miei

Nei miei cortili vuoti un suono lieve, dolcemente timido e freddo. Soltanto la mia mente lo ascolta, lo sente, lo capisce, perchè? Non v'è nessuno in questo mondo distratto e schivo che vorrebbe ascoltarlo insieme a me? Aiutatemi! Urlo il mio disagio, il mio pensiero, il mio mal'essere.

Nulla, il nulla della solitudine soltanto, entrano dai cancelli dei miei cortili vuoti, solo loro sono disposti a raccogliere il mio grido, a stringermi dannatamente forte a sè. Si eccolo che accorre premuroso il canto sordo della disperazione, della malinconica ombra di signora viltà.

Circondato dalle mille sue voci, dalle molteplici inutili frasi e concetti, mi arrendo e la mia resa prende forma, devastando la mia terra, i miei cortili, mi sussurra... Arrenditi a me!
Illusioni facilmente regalate, illusioni fatiscenti, che oggi cantano il mio delirio, domani il mio martirio... Solo una via da seguire...

Finestre senza cielo dalle stanze di quel macabro e vile teatro. Ditemi dunque quale aria respirare, quali le parole da ascoltare che nell'udirle, come un canto di consolazione, avrebbero poi donato? Anche se ammalianti non poco, lasciano l’acre sapore del fiele in bocca. Felice, si potrei essere, ma non adesso! I miei cortili ricchi di fiori, di piante variegate e alberi secolari potrebbero essere, ma non ora.

Non in questa di vita, ove il cielo senza più stelle, senza più luna è. Solo sguardi distratti e sdegnati, volgono l'attenzione verso quei cortili miei, come fossi un'ombra trasparente, qualcosa d'inesistente, si appropriano della mia eredità, rubandomi quella dolce ingenuità, quell'insana allegria che con la mia pur povera gioventù è andata via. Lo stupore a quel punto arriverà, e i cancelli dei miei cortili varcherà, mentre la mia luce si spegne, nascondo per sempre nel mio cuore il sorriso di una vita che mai sarà.