giovedì 20 ottobre 2011

Nobile...Titina

Quante storie, quanti gesti amorevoli veri e propri atti d'amore, stò avendo il privilegio di scoprire!
Animali che sono in realtà forme di amore immenso e genuino, che il buon Dio ci ha fatto dono :)
La maggior parte dei cani che hanno calcato le fredde terre della regione artica, l’hanno fatto trainando una slitta, invece un’intrepida fox terrier di nome Titina, cagnetta randagia, arrivò al Polo Nord in tutta comodità, o quasi a bordo di un dirigibile.

Titina era una cagnetta randagia che vagava lungo le vie di Roma agonizzante di fame, finchè una sera del 1925 il suo destino mutò, s'imbattè in Umberto Nobile, pioniere del volo in dirigibile.

Da quel momento, Nobile e Titina (il cui nome viene dalla popolare canzone Io cerco la Titina) non si separarono mai. Condivisero di tutto, il pericolo, l’avventura e, finanche la cattiva sorte...

Titina e Nobile erano talmente affiatati che nel 1926 Nobile prese l’insolita e avventata decisione di portare con sé Titina nello storico tentativo di sorvolare in dirigibile il Polo Nord.

La piccola Titina pesando solo 5 chili, non occupava molto spazio, ma, come fece notare il comandante della spedizione, il celebre esploratore norvegese Roald Amundsen, gli spazi a bordo erano così ristretti che i sedici membri dell’equipaggio non avrebbero avuto la possibilità nemmeno di sedersi.

L’unico passeggero a godere di quel lusso era proprio la piccola Titina, che se ne stava accucciata su un mucchio di provviste. La cagnetta divenne ben presto la beniamina dei media. I dispacci, provenienti dal dirigibile, descrivevano nei minimi dettagli tutto ciò che la riguardava, dalle condizioni in cui viveva a cosa indossava, un maglioncino di lana rosso.

La storia della sua vita venne addirittura pubblicata sul New York Times. Dopo l'incredibile volo, Titina partì per una tournèe mondiale, e sempre insieme a Nobile, incontrò tutte le personalità del momento, da Rodolfo Valentino a Mussolini. Nobile amava profondamente la piccola Titina che non si lasciava mai fotografare senza di lei.

Ma, come abbiamo fatto cenno nell'introduzione, la piccola cagnetta era destinata a condividere con il suo padrone anche le disgrazie. Il 25 maggio 1928, durante un’altra spedizione al Polo, il dirigibile Italia, su cui viaggiavano, precipitò durante una tempesta.

Lo sparuto gruppo dei superstiti, tra cui Nobile e Titina, cercò di utilizzare quel che rimaneva del dirigibile per costruirsi un riparo di fortuna tra i ghiacciai, aspettando i soccorsi: passò un mese prima che il gruppo venisse ritrovato da un aereo svedese.

E a quel punto che Nobile prese la decisione che gli avrebbe rovinato la reputazione: quando il pilota gli riferi che aveva avuto ordine di recuperare soltanto lui, l’uomo salì a bordo con il suo cane  lasciando a terra il resto dell’equipaggio.

Ma il fato, che non perdona nulla a nessuno, volle che l’aereo precipitasse al suolo mentre tentava un secondo volo di salvataggio. Quel che rimase dei pochi superstiti, tra cui alcuni feriti in modo grave, dovettero così trascorrere altre settimane al gelo prima di essere portati in salvo.

A causa del suo gesto, Nobile venne attaccato dalla stampa, soprattutto in Italia, dove il suo successo insieme alla dichiarata ostilità verso il governo fascista, gli aveva procurato parecchi nemici nel regime di Mussolini.

Ora, aver fatto precipitare il dirigibile Italia causando la morte di numerosi membri dell’equipaggio, fu un gesto abbastanza grave, ma decidere di abbandonarli tra i ghiacci solo perché così gli era stato detto dal pilota svedese, era stato anche peggio.

Quanto alla scelta di portare con sé la piccola Titina fu decisamente la goccia che fece traboccare il vaso. Ovviamente, anche nei momenti più tristi, Nobile ebbe sempre con sè il sostegno di Titina: nel gelo dei ghiacci polari e in quello della pubblica gogna, la cagnetta non gli fece mai mancare il calore del suo affetto.

6 commenti:

Unknown ha detto...

Queste gentili creature spesso sanno donare Amore, forza, lealtà a livelli per noi incomprensibili...forse ci stiamo disabituando ad amare...troppo chiusi nei nostri bisogni...
grazie per le riflessioni che accendono i Tuoi post Amico Caro...un raggio di Sole giunga a Te in Luce e serenità..
dandelìon

OceanoAzul.Sonhos ha detto...

Os cães são criaturas genuínas e fiéis, sem fazerem grande alarido são de uma ternura e companheirismo enormes.

O teu texto é muito interessante.
abraço Legolas
oa.s

Legolas Helda ha detto...

Parole vere dandy! Loro e come sè vivessero in un mondo in cui il tempo si fosse fermato, dove tutto è rimasto incontamininato, dove il sentimento è pulito schietto e sincero.
Grazie per il tuo pasaggio dandelion svit-kona.
Lunga vita e prosperità amica mia!

Legolas Helda ha detto...

Concordo plenamente com você OA.S.
O que os dons esplêndido que Deus nos deu!
Vida longa e próspera.

Unknown ha detto...

Il generale Nobile non era uno Schettino, fu dipinto così all'epoca per ragioni politiche in quanto critico del fascimo. nonchè rivale di Italo Balbo per il clamore delle imprese artiche. Fu costretto dal pilota dell'aereo di salvataggio a salire per primo, lasciando gli altri superstiti sul pack. La motivazione fu che era necessaria e urgente la sua presenza nella nave che coordinava le ricerche. Gli uomini da salvare non erano solo quelli della tenda rossa, ma risultarono divisi in tre gruppi: sei erano dispersi in quanto rimasti nel corpo del dirigibile al momento del distacco della cabina di comando, e dei superstiti tre avevano deciso di incamminarsi sul pack alla disperata ricerca di soccorsi.
Nobile accettò suo malgrado le insistenze del pilota.
Una sua intervista realizzata dal giornalista Bisiach è rintracciabile in rete, e spiega perfettamente le ragioni per cui Nobile dovette accettare di venire portato in salvo per primo, dietro le insistenze egli ordini del comandante svedese delle operazioni di salvataggio.

bolla ha detto...

Grazie Emiliano di aver chiarito

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