lunedì 24 ottobre 2011

bisturi che è

come bisturi che è. Pronti via! Abbiamo visto e letto come il bisturi anticamente era in uso presso gli Egizi, e quale uso ne facevano. Di tempo da allora nè è trascorso a sufficenza per apprezzare come l'evoluzione umana abbia fatto si che tale strumento si sia evoluto al punto che non viene utilizzato più un minerale per incidere, ma bensi un generatore ad alta frequenza.


Ma facciamo prima una classificazione di tale strumento, visto che ancora i bisturi sono sempre presenti con la perizia e la dovuta maestria nelle mani sapienti di chirurghi, nelle sale operatorie: I bisturi di oggi possono avere la lama fissa o rimovibile, di varia forma e gradezza.

Tali lame sono in genere così affilate al punto che è sufficiente appoggiare la mano nuda su di esse per provocare un'incisione. Esse lame sono sottili e piatte al fine di assicurare un taglio ben diritto. Dato la delicatezza nell'uso di questo strumento, il manico del bisturi risulta essere ricoperto con materiale antiscivolo (ma non poroso, per facilitare la sterilizzazione). In seguito, al pari delle siringhe per uso medico, sono utilizzati anche in confezioni usa e getta.

Ci sono tre modi diversi di tenere in mano un bisturi:
presa a penna;
presa con la punta delle dita;
presa nel palmo.
 Ma torniamo a quello che oggi giorno sembra essere l'evoluzione elettronica e radio frequenza del nostro bisturi...
viene utilizzato in sala operatoria, per fare fronte ai problemi connessi con fuoriuscita del sangue, dovuta alla recisione di vasi sanguigni e capillari.

L'elettrobisturi inoltra permette, a seconda del suo utilizzo, un'azione di taglio o di coagulo sul paziente operato. L'effetto termico della corrente sul tessuto può portare a differenti trasformazioni sulle cellule che lo compongono in base alla temperatura raggiunta.

L'elettrobisturi è composto da due elettrodi: un elettrodo neutro (piastra neutra) posizionato sul paziente ed un elettrodo attivo, sagomato opportunamente, detto "manipolo" tenuto nelle mani del chirurgo.

Il bisturi elettrico è così sostanzialmente un oscillatore elettronico. Sulla punta dell'elettrodo attivo, grazie alle sue ridotte dimensioni, la densità di corrente è elevatissima. Nel punto di contatto tra elettrodo e cute la corrente sviluppa nella resistenza elettrica incontrata al contatto stesso, in tempo breve, un'enorme quantità di calore.

In base alla forma dell'elettrodo attivo, dalla velocità con cui questo viene mosso, dall'intensità della corrente che si utilizza e dalla sua forma d'onda si ottiene un effetto di taglio o di coagulo, oppure di taglio e coagulo insieme.

Oggi sono disponibili elettrobisturi che lavorano con frequenze superiori ai 4 MHz. Questo tipo di elettrobisturi viene denominato anche radiobisturi. Il principio di funzionamento è lo stesso degli elettrobisturi tradizionali con la particolarità che le frequenze molto alte concentrano l'energia in un punto molto piccolo e quindi l'effetto di separazione dei tessuti, detto anche taglio, è molto più netto e preciso ed è sufficiente una potenza o energia molto più bassa. Questo tipo di corrente impiegata permette un effetto di taglio alquanto preciso del tutto uguale a quello prodotto dalla luce laser.

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