martedì 11 ottobre 2011

barca che sarà

come barca che sarà. Viaggiatori del tempo che fu-è-sarà, eccoci giunti alla conclusione del nostro lunghissimo viaggio tra barche primitive, a quelle moderne, che oggi sono davanti ai nostri occhi, fino ad arrivare a concepire come sarà la barca del futuro. Ciò che riguarda i problemi ambientali, legati all'ormai largo uso di combustibili, si pone inamovibile il binomio business- ambiente: a volte un difficile connubio, ma si cerca un comune denomitore tra le barche, navi, alla ricerca di una linea verde che permetta a loro di consumare meno carburante, conseguentemente ridurre le emissioni di Co2, salvaguardando l’habitat marino. Quindi siano ben accette vele enormi gonfiate dal vento fino a spingere enormi petroliere negli oceani, pannelli solari e pale eoliche montati su cargo barche e navi da crociera.


Le barche ecologiche non sono certo una moda, tutt'altro, sono altresi la nuova frontiera del business che già oggi, se dovessero essere realizzate, produrrebbero due miliardi circa all’anno. L’organizzazione europea del settore, la Cesa , l’associazione dei costruttori europei, che nel suo ultimo report dedica...
ampiamente per la prima volta un intero capitolo alle navi ecologiche “La crisi del mercato è evidente – si evince nel documento – E’ necessario intervenire al più presto, sfruttando al meglio le tecnologie avanzate e rispettando il più possibile gli allarmi sul surriscaldamento del clima e sull’inquinamento. La crisi ha cancellato il 50% della produzione europea e spazzato via il 20% degli addetti e bisogna invertire questa tendenza”.

L’U E ha da poco messo a disposizione, per la ricerca in questo settore duecento milioni di euro: pronti via quindi, la realizzazione di navi e barche ecologiche può avere inizio!
Le navi mercantili attuali sono le maggiori colpevoli per quanto riguarda la grande quantità di emissioni inquinanti; fra le 600 e le 800 mila tonnellate di Co2 ogni anno, il 5% del totale globale. Perchè allora non fare entrare in gioco il vento? Dai cantieri tedeschi ha già preso toccato il mare la portacontainer Ms Beluga Skysall , un modello ibrido a motore e aquilone, grande, poco meno di 200 metri quadrati di superficie montato su un albero di prua alto 15 metri che si solleva fino a 200 metri di altezza per usufruire della spinta del vento.

Il risparmio di carburante, con questa prima applicazione, risulta essere quantificata intorno al 15%, ma altri modelli in fase di costruzione, con vele di superficie fino a 600 metri, arrivebbero a fare risparmiare fino al 50°/. Dal Giappone arriva invece un prototipo di barca, una petroliera esattamente, che si sposta con un misto di motori, vele e pannelli solari. I raggi solari, assieme al vento, vengono immagazzinati e trasformati in energia, con il risultato di risparmiare carburante e quindi inquinamento.
Si progetta anche di costruire“barche con la spina". Invece di tenere i motori accesi, le barche vengono spente e alimentate da cavi che immettono corrente elettrica attraverso una normalissima spina. Le emissioni nocive in aria vengono tagliate del 95%. Insomma nel futuro ritroveremo il...passato? O quasi ;-)

2 commenti:

Unknown ha detto...

...le buone idee ci sono...speriamo trovino applicazione...lettura interessante...a presto..
dandelìon

Legolas Helda ha detto...

Che possano trovare spazio, al fine di migliorare il nostro futuro, il futuro delle generazioni a venire.
Grazie per il tuo intervento dandelion carissima.
Lunga vita e prosperità

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