sabato 20 agosto 2011

per gli Eco-ammiratori

   Notiziona!!! Amo con tutto il mio (misero) intelleto, Umberto Eco. L'unico egocentrigo, megalomane, intollerante che mi stia simpatico. Ammiro quest'uomo che si pone al di sopra di tutti. Ho trovato questa notizia e ve la servo così come l'ho trovata. Un ironico articolo di Gramellini che porta la data di oggi 20/08/2011

Giunge notizia, ma confidiamo in una smentita, che Umberto Eco si accinga a pubblicare la versione riveduta e corretta del suo megaseller «Il nome della rosa». Un po’ come succede per i grandi successi musicali che vengono riproposti dopo qualche tempo in chiave acustica. Lo spirito della replica sarebbe di rendere il libro accessibile ai. . . . . .
lettori più giovani.

Restringendo i riferimenti eruditi nei 140 caratteri di un messaggino Twitter? Spostando la scena dalla biblioteca di un monastero a un Internet point? Facendo parlare Adso, Guglielmo e Bernardo come Aldo, Giovanni e Giacomo? Tutti noi Eco-ammiratori (so per certo anche Adso, Guglielmo e Bernardo) ci auguriamo di no. Non foss’altro per non creare un precedente. Perché il passo successivo sarebbe la riedizione de «I promessi sposi» con la censura dei paesaggi lacustri, analizzati fino allo spasimo da generazioni di studenti sbadiglianti, e la trasformazione dei «bravi» in vampiri e di Renzo Tramaglino in un emulo lessicale del Trota.

Eco è troppo intelligente per non sapere che la ragione profonda del successo del «Nome della Rosa» consistette proprio nella patina di cultura alta che lo avvolgeva, consentendo ai lettori dei gialli Mondadori di esibire il suo thriller colto per darsi un tono in società. Tolta la patina, svanirebbe la magia. E la magia, in un libro, è tutto. A renderci ottimisti è l’ultima parte della notizia. La nuova versione snella sarebbe di 550 pagine. Più dell’originale. Conoscendo Eco, potrebbero essere tutte di note.

3 commenti:

Legolas Helda ha detto...

Sarebbe quantomeno blasfemo!
Inorridisco al solo pensare di una riedizione di quel meraviglioso componimento, di quei versi cosi complicatamente chiari e illustrativi che il "maestro"riesce sempre, ma nel Nome della rosa, lo fà in maniera superba, a dare fornire e donare, al lettore che si accinge ad entrare dentro la sua universalità di filosofo scrittore megalomane ed egocentrico che a giusta ragione è.
Privare Guglielmo, Abbone, Salvatore, lo stesso Bernardo Gui, e perfino la dolce povera ragazza, il cui nome, Adso non conobbe mai, dei loro spettacolari colori e sfumature medioevali, e affascinatamente misteriosi, no, umilmento levo la mia preghiera e dico : Speriamo di no!
Lunga vita e prosperità al "Nome della rosa".

Unknown ha detto...

...che tristezza..il crollo di un mito...tutto per vendere oggigiorno...ampliare l'età del lettore è buona cosa...ma andare contro la propria identità per acquisire nuovi lettori, mi sembra alquanto ridicolo...i ragazzi hanno già un loro settore librario..non è storpiando un capolavoro che incentiveremo la lettura...certo no...grazie per l'inoltro Galadriel..spero in una smentita quanto prima...altrimenti non ci resta che rassegnarci...sereno divenire nel giorno Amica Cara...un abbraccio ed un raggio do Sole..
dandelìon

Galadriel ha detto...

Mi è piaciuta l'intelligente ironia di Gramellini, mi piacerebbe un "Il nome della rosa 2". Speriamo che Eco rimanga nel suo stile, cosa che sicuramente farà anche senza il consiglio nostro. Buona domenica Dandelion che il sole ti raggiunga.
Buona domenica Legolas lunga vita a te.

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