Riprendiamo da Qui
Come già detto, affrontare un problema non è un'operazione indolore. Affrontare subito un problema, prima d'esservi costretti dalle circostanze significa posporre qualcosa di gradevole a qualcosa di meno gradevole, significa scegliere la sofferenza nella speranza di una gratificazione futura invece di concedersi un'immediata gratificazione nella speranza d'essere qualche modo dispensati dalla futura sofferenza. I problemi della vita non si risolvono che risolvendoli. Questa affermazione, apparentemente lapalissiana, riesce incomprensibile a buona parte degli esseri umani. E questo perché prima di risolvere un problema, dobbiamo innanzi tutto ammettere che abbiamo un problema e assumercene la responsabilità. Non possiamo risolvere un problema dicendo <<Non mi riguarda>>, oppure sperando che qualcuno lo risolva per noi. Gli sforzi psicologici che compiamo per evitare di assumerci la responsabilità dei nostri problemi, sono talvolta persino ridicoli. Un sergente di carriera di stanza a Okinawa si era messo nei guai per il troppo bere e venne sottoposto ad un esame psichiatrico. Negò d'essere un alcolista. <<La sera a Okinawa non si sa mai cosa fare, non resta altro che bere>>, spiegò.<<Le piace leggere?>>
<< Oh si certo che mi piace leggere>>
<<Allora perché alla sera non legge invece di andare al bar?>>
<<C'è troppo baccano in caserma>>
<<Perché non va in biblioteca?>>
<< E' troppo lontana >>
<<Più lontana del bar?>>
<<Be' in realtà non è che leggere mi piaccia tanto>>
<<Le piace pescare?>>
<<Moltissimo!>>
<<Vada a pescare invece che al bar>>
<<Sono occupato tutto il giorno>>
<<Conosco persone che vanno a pescare alla sera. Vuole che la metta in contato con loro?>>
<<Be' forse pescare non mi piace poi tanto>>
<<Mi sta dicendo che ad Okinawa ci sono possibilità di fare altre cose, ma ciò che più le piace fare è bere>>
<<SI credo proprio sia così>>
<<Ma questo le sta procurando guai, perciò è un problema che deve risolvere>>
<<In questa maledetta isola nessuno può fare a meno di bere>>
Con rammarico informai il comandante che non potevo fare nulla per lui. Il sergente continuò a bere e si rovinò la carriera. Del tutto opposto invece l'atteggiamento di una giovane signora che, [...]
sempre ad Okinawa, soffriva di solitudine,<<Vado tutti i giorni al circolo delle Mogli dei sottufficiali e cerco di mostrarmi socievole>>, mi confidò. <<Ma non mi sento a mio agio. Ho l'impressione che le altre mogli non abbiano simpatia per me. Devo avere qualcosa che non va. Dovrei riuscire ad essere più estroversa. Vorrei proprio sapere che cos'è che mi rende antipatica.>> Questa donna si assumeva l'intera responsabilità della propria solitudine, convinta che la colpa fosse soltanto sua. Nel corso della terapia, scoprì d'essere una persona dotata di grande intelligenza e di trovarsi a disagio con le moglie degli altri sottufficiali e persino con il marito proprio perché era di gran lunga più intelligente di loro. Comprese che la sua solitudine, anche se era un suo problema, non era un suo difetto e tanto meno un suo errore. In seguito divorziò, riprese gli studi, diventò direttrice di una rivista e sposò un editore di successo. Si tratta di due modi diversi , ma entrambi sbagliati, di impostare i propri rapporti con il mondo. Il nevrotico tende ad assumersi troppe responsabilità; il caratteropatico tende a sfuggirle. Il sergente, caratteropatico, riteneva che Okinawa fosse la causa del suo alcolismo e la giovane signora, nevrotica, riteneva invece di essere se stessa la causa della sua solitudine. Il nevrotico e il caratteropatico usano anche due diversi modi di esprimersi. Il nevrotico infiora i propri discorsi di <<dovrei>>, <<non dovrei>>, <<non avrei dovuto >>. Mentre il caratteropatico usa invece le espressioni <<non posso>>, <<non potevo>>, <<devo>>, <<ho dovuto>>
Molti individui sono in realtà allo stesso tempo nevrotici e caratteropatici, il che vuol dire che in alcuni settori della propria vita si assumono delle responsabilità che a loro non competono, mentre in altri settori non vogliono accettare le proprie responsabilità. Tutti noi siamo, in maggiore o minore misura, dei nevrotici o dei caratteropatici . Ciò si spiega con il fatto che capire di che cosa siamo o non siamo realmente responsabili nella vita è uno dei più grossi problemi dell'esistenza umana. Questo argomento necessita di un approfondimento, è per questo che ne tratteremo di nuovo nella prossima settimana. Alla prossima dunque!
3 commenti:
Responsabilità...è una gran parola...ma per comprenderne appieno il significato occorre guardarsi dentro...tutti siamo responsabili in piccola parte di ciò che ci accade...ricordo una scena del filmm "Lo strano caso di Benjamin Button"...un ritardo sui tempi di preparazione per uscire di casa...ed ecco che il "fato" si compie nel modo più terribile. Ricordo la sequenza degli eventi...mentre scorrono le scene..e Tu , finalmente comprendi quanto siamo tutti collegati...da qui, la consapevolezza dell'importanza delle nostre azioni...perchè poi ci sono le conseguenze che spesso, però , non vogliamo accettare. Difficile il Vissuto della giovane signora...però è forse vero che se non esterniamo il nostro disagio, poi si arriva allo strappo senza nemmeno sforzarci di comprendere ciò che veramente non andava nel rapporto. Quante volte lasciamo correre un atteggiamento che ci infastidisce...così facendo la persona che interagisce con noi, inconsapevole del disagio che ci crea, continuerà ad assumerlo...spesso siamo noi che permettiamo al prossimo di abusare della nostra bontà...mentre abbiamo sempre l'opportunità di confronto...occorre essere pienamente consapevoli di "sé" e viverlo nel quotidiano...risparmiandoci così equivoci...che portano con il tempo a insofferenza...che diviene intolleranza...che alla fine porta allo strappo definitivo.
Grazie Galadriel per l'opportunità...forse mi sono dilungata...ma mi piace approfondire e confrontare i punti di vista...uno stimolo a crescere...un abbraccio e un raggio di Sole per Te...sereno Vissuto..
Dandelìon
Bello quel film..Dandelion! Una metafora del percorso del nostro spirito. Grazie per il tuo esaustivo commento, lo approvo in toto. Buona giornata amica cara.
Sono assolutamente convinto del fatto che si debba affrontare il problema ancor prima che ci si trovi costretti a farlo. Ho imparato sulla mia pelle che la paura di affrontare una situazione genera un'inconsapevole serenità legata al fatto che si può vivere il presente nel modo migliore. Quella situazione verrà affrontata quando mi sentirò meglio. Sbagliato. La gratificazione è conseguente ad una "sofferenza". E affrontare la vita non è una passeggiata..
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