venerdì 24 giugno 2011

Il rinvio della gratificazione

Come, rinviando le gratificazioni, secondo Peck si inizia l'autodisciplina. 

Riprendiamo da Qui
Molti di noi affrontano la giornata con pessimismo, sapendo che sarà piena di cose da fare noiose, faticose, e stancanti e che sicuramente provocheranno problemi. Allora ci si gratifica con qualcosa di bello, carino, piacevole prima di affrontare la giornata pesante. Questa tendenza a gratificarsi prima d'affrontare i problemi della giornata, porta ad una frustrazione per non aver avuto un minuto di tranquillità. Mentre ci si gratifica, si pensa a quanto dolore provocherà la fine dell'incombenza gradevole che stiamo facendo e quanto doloroso sarà fare quelle noiose e si passerà la giornata a rimandarle fino a che si accumuleranno e si sommeranno alle noie di domani. La frustrazione aumenterà e avremo bisogno di un sostituto della gratificazione, cibo, droghe, alcool, psicofarmaci ecc...
Questo atteggiamento ci porta a procrastinare i problemi e non risolvendoli si accumuleranno fino a che non sarà più vivibile quella vita. Rinviare la gratificazione è, secondo Peck, uno degli strumenti per l'autodisciplina. Peck dice che se prima di tutto affrontiamo le cose noiose della giornata e teniamo per ultima la cosa piacevole da fare, la giornata ci sembrerà ...
meno pesante. Mentre svolgiamo i compiti noiosi ci accompagnerà un piacevole pensiero a quando finiremo e ci gratificheremo con il piacere, in questo modo riusciremo a svolgere i compiti gravosi con positività. Sembra facile dirlo non sarà altrettanto facile farlo quindi ci vorrà volontà di mettere ordine nella propria esistenza. La disciplina non è altro che autoprotezione (amore per se stessi). Poiché ci stiamo occupando dell'organizzazione del proprio tempo e del rinvio della gratificazione prendiamo per esempio proprio la questione del tempo. Se siamo convinti del nostro valore considereremo il nostro tempo prezioso e saremo indotti a spenderlo bene. Tutti quelli che non rinviano la gratificazione, non sanno organizzare il proprio tempo. Una responsabilità di questo atteggiamento ce l'hanno i genitori, ci hanno amato?  Ci hanno amato abbastanza da farci sentire sicuri e da fugarci la paura dell'abbandono? Ci hanno insegnato come affrontare la nostra vita? Nella prossima settimana ci occuperemo della responsabilità che hanno i genitori, alla prossima dunque.

2 commenti:

Legolas Helda ha detto...

Grazie Galadriel! Ho letto tutto il post con tanta pace e serena attitudine, e ho trovato molta positività in tutto ciò. Vedere tutto sotto un'ottica o prospettiva diversa, per fare si di autodisciplinare il nostro cuore , la nostra persona, al fine di godere di quel piccolo dolcino cosi gustoso a fine giornata, dopo dure fatiche, lo apprezzeremo in maniera che solo noi stessi potremmo capire.
Lunga vita e prosperità Galadriel finiarel

Galadriel ha detto...

Grazie a te Legolas. La mia fatica è premiata se almeno una persona ne può trarre un minimo di beneficio. Buona giornata.un abbraccio.

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