mercoledì 22 giugno 2011

soli contro tutti


Cari amici e lettori del "Il peccato veniale", eccomi quà dopo qualche giorno di assenza, e devo confessasrvi che mi siete mancati! Comunque sia, eccomi quà! Oggi non sapendo cosa postare, ho pensato e ripensato , ma poi ho preso una decisione...Volevo porre alla vostra attenzione un'uomo, un'eroe, una persona che ha davvero cambiato il corso della storia conteporanea, facendo si che, con il sacrificio e con la dedizione verso le istituzioni ed il senso di legalità, libertà, e giustizia la società potesse prendere una posizione ferma e decisa a non cedere ai "ricatti" ed alla violenza della mafia.
Giovanni Falcone nato a Palermo il 18 maggio 1939 – Isola delle Femmine e morto il 23 maggio 1992. E' stato un magistrato italiano, assassinato assieme alla moglie e alla sua scorta, dalla mafia, è di diritto considerato un eroe italiano, cosi come Paolo Borsellino, di cui fu amico e collega e che parleremo come è giusto che sia in seguito. Studiò alla Scuola Media Statale "Convitto Nazionale" di Palermo, per poi prseguire gli studi presso il liceo classico "Umberto I" e successivamente, dopo una breve parentesi all'Accademia Navale di Livorno, s'iscrisse a giurisprudenza all'Università degli studi di Palermo dove si laureò nel 1961, con una tesi riguardante "Istruzione probatoria in diritto amministrativo".
Giovanni Falcone vinse il concorso in Magistratura nel 1964 e per un breve periodo di tempo fu pretore a Lentini. Fu sostituto procuratore al tribunale di Trapani per ben dodici anni, e fu qui, che...

pian piano in lui nacque la passione per il diritto penale. Trasferito a Palermo nel luglio 1978, dopo l'omicidio del giudice Cesare Terranova, richiese ed ottenne di lavorare all'Ufficio istruzione, che sotto la successiva guida di Rocco Chinnici, divenne un esempio per tutti di un'innovativo metodo di organizzazione giudiziaria. Chinnici fece arrivare al suo fianco anche Paolo Borsellino che collaborò con Falcone nel disbrigo del lavoro arretrato di oltre cinquecento processi. Nel maggio 1980 Chinnici affidò a Falcone le indagini contro Rosario Spatola: un lavoro che oltre a vedere coinvolti anche criminali negli Stati Uniti , all'epoca venne osteggiato anche da alcuni altri magistrati.
Impeganto con questo caso, Falcone capi che per ottenere risultati positivi nelle indagini contro le associazioni mafiose era necessario indagare approfonditamente sui beni patrimoniali e bancari. Si rese conto che gli stupefacenti venivano venduti negli Stati Uniti, così chiese la collaborazione di tutti i direttori delle banche di Palermo e provincia richiedendo che gli venissero recapitati le distinte di cambio valuta estera dal 1975 in poi. Alcuni telefonarono personalmente a Falcone per capire quali fossero le sue intenzioni, ma lui rimase fermo sulle sue richieste. Grazie ad un'accurato controllo di tutte le carte richieste, una volta superati gli ostacoli posti dalle banche, e "seguendo i soldi" riuscì ad iniziare a individuare una gigantesca organizzazione criminale: i confini di Cosa nostra. Grazie ad un assegno dell'importo di centomila dollari cambiato presso la Cassa di Risparmio di piazza Borsa di Palermo, Falcone, trovò la prova che Michele Sindona si trovava in Sicilia, buttando giù la maschera sul finto sequestro organizzato a suo favore dalla mafia siculo-americana alla vigilia del suo giudizio. Nei primi giorni del mese di dicembre 1980 Giovanni Falcone si recò per la prima volta a New York per discutere di mafia e stringere una collaborazione con Victor Rocco.

« La mafia non è affatto invincibile, è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio ed avrà anche una fine. »

2 commenti:

Unknown ha detto...

Bentornato Legolas...
per andare contro la mafia occorre non aver nulla da perdere..e mi riferisco agli affetti e non ai beni materiali...sereno vissuto..possa questo giorno essere illuminato da un Sole raggiante di verità ed una ventata d'aria pulita...un abbraccio Legolas..
Dandelìon

Legolas Helda ha detto...

E tristemente vero...ricordo una scena del film dedicato Falcone, quando lui ormai alle strette cerco di convincere la sua compagna di rompere il rapporto con lui, e la portò a Corleone nel centro della piazza, dicendogli che in qualunque momento scendendo dall'auto lontano dalla scorta l'avrebbero potuto uccidere. Scese, ordinò alla scorta di stare lontano ed entrò nel bar...poco dopo scese anche la sua compagna e si avvicinò al suo fianco al bancone del bar.
Bè...Sappiamo come purtroppo fini di li a qualche tempo...
Grazie dandelion per la tua visita e per il tuo commento
Lunga vita e prosperità

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