Battiti oscuri, vago nuovamente in terre familiari.
Luce, mia agognata, ove sarai?
Soffio di vento, incede verso di me
urlando la sua ira, prima sussurrando
poi ululando nelle tenebre.
Parole, dette e ridette, scuse senza scuse
menzogne illusorie per l'anima.
Le mie lacrime, t'abbeverano,
per ere ti hanno dissetato, protetto
e predetto un destino che ti pareva.
Vorrei narrare, vorrei parlare
ancora una sol volta con te, mio respiro
mio alito di vita, mia musa ispiratrice...
Arco nel cielo tenderei per te, dardi
illuminanti il tuo sentiero per farti giungere
in lidi prosperi e ricchi di latte e miele.
Un'abisso, oceano infinito legge il mio labbiale
che soffocato reclama un tuo ultimo sorriso
un'ultimo palpito che cerca
sepoltura in un sepolcro che non c'è.
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