lunedì 14 luglio 2014

Combattimento che sarà | Niente vincitori ne vinti

Abbiamo avuto modo di vedere in maniera succinta in questi due post, come è nata, cresciuta e come si è sviluppata la disciplina del combattimento nella sua forma più antica, la Lotta. Lotta che ha avuto modo di evolversi sotto vari aspetti: sportivo, militare, disciplinare. Ma come pensate che sia il combattimento nel futuro?

Dal punto di vista sportivo, non credo che si possa avere ulteriori sviluppi, in quanto che le tecniche di base, e tutto ciò che concerne hanno ben poco da migliorare. Purtroppo non può dirsi altrettanto del combattimento inteso come forma di Lotta militare. La guerra ahimè non smetterà mai di esserci: questa purtroppo è l’ineluttabile constatazione che possiamo fare, dopo circa un secolo in cui è stato fatto tutto ed il contrario di tutto.
Ne vincitori ne vinti

Se è vero che i mutamenti storici sono sempre avvenuti per causa o comunque sia al termine di un conflitto su larga scala, è pur vero che a partire dalla Seconda guerra mondiale è venuto alla luce un mondo gradatamente meno propenso alla guerra, sia perché grandi motivi di scontro paiono essersi allontanate dalla scena mondiale, sia perché l’insieme delle conoscenze che si è avuto modo di archiviare sulla natura dell’uomo (pur nel dubbio del ruolo che ciascuna delle variabili emozionali o inconsapevoli può realmente esercitare sulle decisioni politiche) lascia aperte possibilità infinite che in realtà soltanto le relazioni internazionali, intese come il luogo in cui si possano esattamente processare tutte le informazioni provenienti dai diversi ambiti rilevanti, capaci di analizzare.

Una quantità di scritti infiniti ha dato adito a discussioni negli ultimi anni questi dubbi e ha prevalentemente riconosciuto l’eccezionale tasso d’innovazione cui la guerra sarebbe andata incontro. Ma è pressochè impossibile dare un’impostazione metodologicamente esatta a questa tematica se non si prendono le mosse dal nesso fondamentale che esiste tra la guerra e la politica che la conforma, non solo nel classico e fondamentale senso che a ciò diede il generale e teorico militare Carl von Clausewitz (1780-1831) ai suoi tempi, ma anche inquadrando la guerra tra le varie manifestazioni cui la vita politica internazionale dà, di volta in volta, origine.


1 commento:

Cavaliere oscuro del web ha detto...

La guerra ha solo perdenti e l'umanità non l'ha ancora capito.
Saluti a presto.

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