venerdì 15 novembre 2013

Conoscevo una ragazza... frigida


Conoscevo una ragazza frigida, eppure dentro di lei sentiva un fuoco che fin dalla pubertà la portava a toccare le sue parti intime, per poter affievolire le fiamme che sentiva partire dal basso fino a lambire lo stomaco, dove diventava un crampo doloroso. Quella sensazione di crampo lo aveva sentito anche da bambina, quando in tv vedeva un uomo e una donna baciarsi. Doveva serrare forte le bracce attorno alla vita e piegarsi fino a toccare i suoi ginocchi con il naso. A lei sembrava ridicolo quello che doveva fare per sopportare quel crampo, avrebbe voluto chiedere spiegazioni alla mamma, ma non avrebbe potuto dirle la causa del crampo, sapeva che avrebbe ottenuto un rimprovero se non un sonoro ceffone.

Quella bambina, entrando nella pubertà sentì quel fuoco ardere così insistentemente da non riuscire a resistergli. Stare con sé stessa era diventato una priorità, procurasi quell'eccitazione piacevole che si irradiava da quel preciso punto di fuoco per tutto il corpo, le piaceva troppo. Ma un bel giorno l'eccitazione culminò in una esplosione di piacere che la sconvolse, e da quel momento iniziò una lunga relazione con se stessa. Le piaceva toccare il suo corpo, cosa che le procurò notevoli sensi di colpa e altrettanti dubbi sul suo orientamento sessuale.

Più il piacere si intensificava più i sensi di colpa sparivano senza lasciare la ben che minima traccia. Anche il suo orientamento sessuale prese la giusta direzione quando si rese conto che la eccitava solo il proprio corpo e non quello delle altre ragazze. Oltretutto si sentiva fortemente attratta dagli uomini, non dai ragazzi. Uomini fatti e maturi, ecco erano quelli che lei desiderava e che viveva nei suoi sogni. Ma la realtà fù diversa dai suoi sogni. In quel luogo fantastico era lei che comandava il “gioco” e per ogni uomo immaginato, erano le sue mani, ormai esperte, che la portavano a una bellissima esplosione di piacere, mentre nella realtà tutto si spense.

Il rapporto intimo con un uomo, a parte il fuoco iniziale, non le fece provare nulla, e ogni volta che succedeva, il fuoco piano piano si spegneva. Questa esperienza negativa la segnò profondamente. Si faceva mille domande e l'unica risposta che riusciva a darsi era: “Non sono normale”. Fece anche una visita da un medico qualificato (uomo) e non fece altro che confermagli la sua anormalità. Anzi aggiunse anche che questa condizione di frigidità, l'aveva indotta lei praticando la masturbazione. In poche parole, i maschietti diventano ciechi e le femminucce frigide. Decise che bastava così. Basta uomini nella sua vita, anche se in verità ne aveva avuto uno solo, ma gli era bastato.

La ragazza frigida passò qualche anno in solitudine a rifuggire qualsiasi uomo che le dimostrasse interesse. Poi raccontando ad una amica la sua “anormalità”, scoprì di essere in buona compagnia. La sua amica aveva la stessa sua anormalità e chiedendo sfacciatamente, scoprì che anche tante altre ragazze, appartenevano a questa categoria. Capì che anni e anni di indottrinamento cattolico aveva influenzato il pensiero maschile e sopratutto quello femminile. Le donne del passato ricamavano le camicie da notte, dotate di uno sportellino a livello del pube, con la frase:”Non lo fo per piacer mio ma per dare figli a Dio”.

Capì che le sarebbe stato impossibile far accettare ad un uomo che il vero piacere femminile non riesiede dove loro credono, ma è da un'altra parte. Da quel momento si sentì ancora più sola, perché lei non si sarebbe accontentata di un rapporto senza quell'esplosione. Le sarebbe mancato sentirsi abbracciare da un uomo, il dormire fra le sue braccia forti e sentirsi protetta e sicura. Le sarebbe mancato l'odore caldo del respiro di un uomo che si avvicina per baciarti. Le sarebbe mancato da morire il bacio di un uomo, quel bacio profondo che le procurava il crampo allo stomaco e che da adulta le piaceva tanto, ma sapeva che per avere questo avrebbe dovuto fingere e lei non amava l'ipocrisia, meglio sola.

Invece un uomo si affacciò nella sua vita, un uomo che l'amava da morire e che non si accontentava di avere una donna vicino. Lei si sentì così capita che confidò a lui tutta la sua anormalità, e lui la lasciò libera di condurre il “gioco” ….....e vissero felici contenti e soddisfatti.

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