Prosegue il nostro cammino SPAZIO-TEMPO! ma mentre viaggiamo senza mete come raminghi di ciò che Fu E’SARA’ proviamo a dare uno sguardo al: Calendario che fu.
Calendario mesopotamico |
In Egitto invece il calendario prevedeva che l’anno fosse diviso in 3 stagioni: inondazione del Nilo, emersione delle terre e la mietitura, di 4 mesi di 30 giorni di 24 ore. Alla fine si provvedeva ad inserire 6 giorni dedicati a 5 divinità.
Nel calendario greco l’anno iniziava in giorni diversi che variavano da città a città, ma la lunazione successiva a uno dei due solstizi o equinozi rimaneva la stessa. Era anche chiamato “calendario unisolare” perché prevedeva un ciclo di 8 anni con 5 anni di 12 mesi lunari (di 354 giorni) e 3 di 13 mesi (da 384 giorni).
Calendario romano |
Tale calendario fu di riferimento a tutta la cristianità fino al 1582! Divideva l’anno in mesi e giorni, come è diviso al giorno d’oggi, e considerava l’anno civile di 365 giorni interi, aggiungendo ogni quattro anni un giorno bisestile, così detto da “bis sextus” perché cadeva il giorno 6° antecedente alle calende di marzo; e bisestile dicesi da allora l’anno di 366 giorni. Tale correzione però portò col trascorrere del tempo a un anticipo dell’anno civile sull’anno solare, con una differenza di 10 giorni tra il primo e il secondo. Si rimediò a questo errore nel successivo calendario gregoriano, così detto dal papa Gregorio XIII (anno 1582), il quale stabilì la soppressione dei giorni in eccesso facendo seguire al 4.10.1582 (giovedì) il 15.10.1582 (venerdì) e riportando così la data dell’equinozio di primavera al 21.3. Si ordinò praticamente alla cristianità che si omettessero 10 giorni nel calendario di quell’anno (15 ottobre invece di 5 ottobre) e che da allora in avanti si dovessero ritenere bisestili tutti gli anni divisibili per 4, all’infuori gli anni secolari, in cui il numero formato dalle prime due cifre non sia divisibile per 4. Questo calendario fu accolto solo molto più tardi da alcuni paesi, l’ultimo fu la Turchia che lo adottò solo nel 1924! La chiesa ortodossa utilizza ancora oggi il calendario giuliano per le date dell’anno liturgico.
Calendario repubblicano francese |
Ciascun mese era diviso in decadi e l’inizio dell’anno era fissato al 22 settembre. I nomi dei mesi erano: vendemmiaio, brumaio e frimaio per l’autunno; nevoso, piovoso e ventoso per l’inverno; germinale, floreale e pratile per la primavera; messidoro, fruttidoro e termidoro per l’estate.
Il calendario non va confuso con il lunario, che consiste in un libretto contenente tutti i giorni dell’anno, le fasi lunari, le feste civili e religiose, oltre che, giorno per giorno, previsioni meteorologiche e predizioni di avvenimenti futuri e neppure con gli almanacchi (di leopardiana memoria), pubblicazioni annuali, aggiornate sugli avvenimenti dell’anno precedente, con o senza calendario e con indicazioni astronomiche, astrologiche, meteorologiche e varie.
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