giovedì 30 agosto 2012

Tornare in quel tempo che fu




Mancheranno all'appello le forze per tornare in quel tempo che fu
resterà soltanto il fiele amaro dentro la bocca della mia anima,
lo struggente magone che mi soffoca il respiro.
L’unico sentiero da seguire è ammettere
che neanche l’amore può sanare le ferite lancinanti da esso stesso procurate.

Sono soltanto una vita fatta di fili da tirare e contromosse da attuare,
recitando i capitoli di un copione
già ben che scritto senza nessun errore.
Pilotare con grande ardore, troppo forte ed estenuante una storia vuota che mai sarà,
il ciglio stridente di quella parete è lo stesso dell'altra realtà, quella che purtroppo mai sarà.[...]

Io e te davanti a tutto ciò che è, fino a ieri sembrava fossi un Re!
Solo il mondo eterno che mai fine avrà, a interporsi tra noi, in un attimo che mai verrà.
Resto fermo, paralizzato nei miei respiri ansimanti, ed il tempo della mia vita tramonta inesorabile.
Dovrei, dovremmo, quasi l'obbligo di crederci di più per spiccare il volo
e non tornare mai più, prigionieri di catene senza fine e di diari scritti in carta ammuffita.

Cercare nuove storie bianche, vergini, pulite da colorare come l’oro
demolire le finestre che mi vietano di respirare l'aria,
asciugare le ferite del mio cuore,
e fare appassire ogni rancore,
riscrivere la mia storia, con nuovi profumi e tanta gradita gioia.

Riprendermi il mal tolto, quel vaso di creta ormai rotto e debellare ogni spina,
far rinascere miriadi di ortensie e gigli che mai sapranno cosa è la fine,
che siano pure l'icona di nuova vita, di un inizio,
una reminiscenza colorata che fermi pure la mente e l'intenti
scolorendo e dissolvendo nel nulla eterno le nostre antiche attese troppo ormai disilluse.

Vorrei potere farmi un regalo, un giardino ed un dedalo
per potermi perdere nel tempo, invecchiare rimanendo eterno fanciullo.
Rincorrere ogni giorno un amore che non c'è, urtando contro pareti di rose rosse
e con i petali creare fasciature d’amore
con cui proteggere i sogni che verranno.

Senza nessuna regola nel mio essere,
non voglio allarmi e punizioni,
senza svegliarmi nemmeno se tutto questo fosse vero.
Vorrei illudermi felice, avrei un appiglio,
un punto da cui partire, un traguardo, una meta.

Discutere con parole strane pronunciate sorridendo
sotto un sole caldo, fra le onde di un mare agitato quasi come fosse rallegrato.
Il mio nome sarà brezza e scirocco, spiaggia e mare, giorno e notte.

Mai avrò l'arrivo di forze per tornare indietro
ma di contro mille fogli di nuovi disegni.
L’unica soluzione è confessare
che il giorno continuerà dopo il tramonto,
riposerà e di nuovi colori il suo vestiario sarà.

Aspettami, soltanto questo mio tempo dovresti fare,
torno indietro, spengo le luci, arriva il buio,
chiudo tutto a chiave e finalmente ogni cosa nuova sarà!
Vivere ancora una volta, non smettere mai di scrivere i capitoli di un sogno che chissà dove mai si avvererà.

2 commenti:

Soffio ha detto...

possiamo, dobbiamo vivere

Legolas Helda ha detto...

Lieto di vederti...grazie!
Sempre apprezzabili i tuoi commenti.

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