lunedì 9 gennaio 2012

la menzogna

 Cari lettori del veniale, torno a riprendere, dopo una pausa di due mesi, questo argomento meraviglioso che è l'amore. Meravigliosamente descritto in questo libro di Peck che sostiene che l'amore è un sentimento unico e che la differenza la fa il tipo di rappoto fisico che si ha con la persona amata.
Ricominciamo da Qui
La menzogna può essere di due tipi: Bianca o nera. E' nera squando affermiamo qualcosa che sappiamo essere falso. E' bianca quando affermiamo qualcosa che non  è falso ma omettiamo una parte importante di verità. Il fatto d'essere bianca non rende la menzogna meno mendace nè meno deplorevole. Le menzogne bianche possono risultare altrettanto nocive delle nere. Poiché sembra spesso meno grave, la menzogna bianca è la più diffusa, e poiché è anche spesso la più difficile da smascherare è talvolta più nociva di quelle nere.

La menzogna bianca è considerata per lo più socialmente accettabile e persino opportuna, per "non urtare la suscettibilità del prossimo". Per i genitori raccontare ai figli un sacco di bugie bianche è non solo legittimo ma addirittura doveroso. Persino quei genitori che hanno sempre avuto il coraggio d'essere sinceri l'uno con l'altro trovano difficile esserlo altrattanto con i figli. Evitano, per esempio di rivelare ai figli che fumano marijuana, che ce l'hanno con i nonni per le loro continue intromissioni, che hanno fatto un investimento alquanto rischioso o persino quanto denaro hanno in banca.


Si sentono giustificati dal desiderio di difendere i figli da inutili preoccupazioni. Il più delle volte questa protezione è superflua. I bambini sanno benissimo che papà e mamma fumano mrijuana, che la sera prima hanno litigato, che ce l'hanno con i nonni, che la mamma è nervosa e che papà ha problemi di soldi. Il risultato non è una protezione ma una privazione. I figli vengono privati di un modello comportamentale onesto e franco, mentre viene offerto loro un modello di parziale onestà e limitato coraggio.

Ma non sempre possiamo dire ciò che pensiamo, nel corso delle nostre relazioni con il prossimo dobbiamo spesso trattenerci dal manifestare le nostre opinioni. Ma quali regole deve dunque seguire colui che si è consacrato alla verità? Primo non dire mai il falso. Secondo, ricordare che l'omissione della verità è sempre una potenziale menzogna, e ci impone di prendere una importante decisione morale. Terzo, la decisione di omettere parte della verità non deve essere mai dettata da un interesse personale quale il desiderio di conquistare maggior potere, di riuscire simpatici e di proteggere dalle critiche la nostra mappa. Quarto, tale decisione, al contrario, deve sempre essere presa nell'interesse della persona o delle persone alle quali intendiamo tacere la verità. Quinto, la valutazione dell'interesse altrui è un atto così complesso che può essere compiuto solo se si nutre un genuino amore per gli altri. Sesto, il fattore primario nella valutazione degli altri, è la capacità degli altri ad utilizzare la verità per la propria crescita spirituale. E infine, nel fare questa valutazione dobbiamo tenere sempre presente che noi tendiamo a sottovalutare piuttosto che sopravvalutare negli altri tale capacità.

Questo può sembrare  un compito eccessivamente arduo, esige di una grande autodisciplina. Questo spiega perché molti si limitano ad una sincerità di relativa  onestà celando se stessi e le proprie mappe al mondo. E' la scelta più facile. Tuttavia la difficile scelta della sincerità onesta viene sempre premiata. Le persone oneste e sincere, grazie al fatto che le loro mappe sono di continuo esposte al giudizio altrui, sono persone in continua crescita.
A questo punto  spero sia chiaro che l'autodisciplina è non soltanto un esercizio faticoso ma anche difficile, e richiede flessibilità, capacità di giudizio e controllo. Al prossimo appuntamento parleremo del CONTROLLO come disciplina che ci dà flessibilità. Alla prossima dunque.

3 commenti:

Daoist ha detto...

Bisognerebbe partire dal fatto che ogni persona è un mondo a se.

Non bisognerebbe mai pensare ai comportamenti altrui, omologati coi propri comportamenti come la cultura ecc.

Ognuno è l'espressione dell'ambiente economico-sociale in cui è nato e vive...L'auto controllo si potrebbe dire, che è una pratica da coltivare quotidianamente, come l'amicizia, l'onestà, la trasparenza, la fedeltà ecc.

Sicuramente siamo pieni di veleni mentali...

Monica ha detto...

che belle queste definizioni cara Galadriel. Ti ringrazio per il tuo passaggio sul mio blog, mi ha fatto moltissimo piacere come sempre! un bacio grande grande.

Galadriel ha detto...

@Taoista hai ragione! Pienamente ragione, ma...la maggioranza di noi non ha la maturità coscienziosa di rendersi conto che è un individuo unico e speciale perchè unico. Molti di noi, l'unicità la vede come marginalità e preferiscono conformarsi alla massa. I potenti sfruttano questa nostra debolezza, che conoscono bene. Spero in un risveglio delle masse per poter respirare un po di serenità. Intanto cerco di aiutare qualcuno che, passando di qui afferra una parola che cattura la sua attenzione e gli apre una porta. Per me è già abbastanza. Una stretta di mano taoista.namastè.

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