sabato 5 novembre 2011

tutto aveva avuto un senso

Mio padre aveva una bellissima voce e faceva parte del coro degli "amici della lirica" del paese. Un bel giorno gli diagnosticarono un carcinoma sulle corde vocali.
Fu veramente un trauma per tutta la famiglia, pensavo che mio padre fosse inattaccabile, indistruttibile. Aveva sempre dimostrato una forza fisica e mentale che l'aveva reso, ai miei occhi, l'uomo d'acciaio.

Crollò, come un castello di carte mettendo in evidenza un lato molto fragile ed insicuro, impaurito per dover affrontare un intervento demolitivo che non gli avrebbe più permesso di parlare. Lo assistii giorno e notte cercando di allevviare la sua sofferenza con ogni mezzo, gli parlavo gli raccontavo storie inventate, non sapevo più che
dire. Un giorno mi scrisse in un foglietto " Quante parole dici in più".-Bene- dissi io- d'ora in poi non dirò più cose inutili ora ti dirò quanto sono stata male per il tuo abbandono. L'intervento andò bene anzi fu un intervento conservativo che gli permise di parlare senza diventare ventriloquo ma con poca potenza. Finalmente potevo parlare con mio padre senza dover urlare per sovrastare la sua voce e sopratutto  parlavo con mio padre, cosa alquanto impossibile prima, visto che mi ignorava da trent'anni.

Sapevo che una malattia così terribile non avrebbe dato scampo a mio padre ed io, ora che lo avevo ritrovato non mi rassegnavo a perderlo. La gioia che provavo a coccolare mio padre, a prendermi cura di lui era così grande che di pari passo con la gioia, cresceva la rabbia.

"Ma perchè ho aspettato trent'anni per avere un avvicinamento  ed ora che l'ho ritrovato lo devo perdere? perchè questa subdola malattia me lo deve portare via?" Era la frase che mi ossessionava il pensiero, ma un giorno capii che stavo facendo un grosso errore, la malattia me lo portava via, ma era grazie a questa brutta malattia che avevo ritrovato mio padre.

Mi impegnai a non perdere neanche un minuto del tempo che mi era dato per stare con lui e riuscii a dirgli tutto quello che avrei voluto dirgli ma che non mi aveva mai permesso. Il tempo fù sufficente anche per la richiesta di perdono da parte di mio padre e con dolce serenità aspettai quel momento dell'addio a mio padre. Tutto aveva avuto un senso.

3 commenti:

Legolas Helda ha detto...

"Mi impegnai a non perdere neanche un minuto del tempo che mi era dato per stare con lui"
Grazie Galdriel! anche stavolta un'insegnamento...
Vita lunga e prospera.

Zio Scriba ha detto...

Grazie per questa bella testimonianza. Così come è splendido quel tuo "indicargli la via della luce" nell'altro post in cui lo perdoni e gli dài l'addio (o l'arrivederci).

Galadriel ha detto...

@Legolas mi era sfuggito ringraziarti, ti parle per ore tutte le sere sicuramente lo avrò fatto a voce.Un abbraccio.

@ Zio grazie a te d'avermi letto, è un'onore per me. Ti abbraccio.

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