lunedì 12 settembre 2011

De Nobili, palazzo di misteri

Ben trovati "peccatori veniali", oggi è stata un'altro inizio settimana da "massacro" totale, dal punto di vista lavorativo...Ma bando alle ciance è tempo di sognare, è tempo di solcare quel confine tra relatà e fantasia, tra il mito e la leggenda. Come ben saprete agli inizi dell'800 il Palazzo S. Chiara (chiamato precedentemente De Nobili), sede del Comune di Catanzaro, era un simbolo del potere feudale, che esprimeva la massima arte edilizia privata, nella città calabrese. Fu di proprietà dei De Nobili, una delle famiglie più benestanti catanzaresi.


I De Nobili, insieme ai De Riso, ai Poerio e ad altri facenti parte della ricca borghesia, ebbero in mano le sorti politiche della città in maniera monopolica. Nel 1883, in seguito ad una grave crisi finanziaria, i De Nobili furono costretti a vendere il palazzo al municipio.
Oggi giorno questo palazzo, è il protagonista unico di un evento paranormale che ricorda ai catanzaresi la triste storia di due innamorati.

La storia si svolge a cavallo tra la fine degli anni 1830 e 1840 in mezzo al periodo storico carbonaro-rivoluzionario, ed ha in comune certi tratti melodrammatici del ben più conosciuto Romeo e Giulietta decantata opera del grande maestro William Shakespeare; con una sola differenza: Romeo e Giulietta non è altro che il frutto della fantasia incredibile del poeta, mentre questa è storia vera...
Due giovani, facenti parte dell'aristocrazia catanzarese, fra le più note della città, come spesso capita, s'innamorarono. Adele, figlia del marchese De Nobili (già deceduto al tempo del nostro racconto) era appena ventenne e viveva nel suo palazzo (oggi sede del Municipio) insieme alla madre e ai suoi tre fratelli. Saverio Marincola, figlio dell'omonima nobile casata, è il giovane che se ne innammorò.

I due s'incontravano di nascosto, perchè la loro relazione non era vista di buon occhio dalle due famiglie che erano divise a causa delle loro idee politiche: i De Nobili, fedeli al governo Borbonico, i Marincola, progressisti e rivoluzionari, appoggiavano la politica indipendentista carbonara. Saverio, ogni sera s'incontrava con l'amata Adele, sotto la sua finestra, l'ultima a destra della facciata anteriore di Palazzo De Nobili, e qui i due con la paura di essere scoperti dai fratelli di lei, si donano baci e promesse d'amore.

Ma, una sera accadde che il maggiore dei fratelli di Adele scopre il tutto, e aprendo il portone principale del palazzo sfida a duello Saverio; quest'ultimo si difende, ma poi riesce a fuggire via, inseguito non soltanto dal fratello maggiore, ma anche dagli altri due fratelli della ragazza. Adele, viene rinchiusa nella sua stanza, ma il giovane rampollo Marincola trova il modo per poterla rivedere, facendo si che ella non rischiasse di farsi scoprire.

Saverio arrivava la sera sotto Palazzo De Nobili in sella al suo cavallo, i cui zoccoli erano ferrati d'argento per fare si che il suono emesso durante il galoppo fosse diverso da quello degli altri cavalli che di norma avevano gli zoccoli di ferro. Quel suono, per Adele, era un segno inequivocabile, ed ella si affacciava alla sua finestra per rivedere e salutare l'amato. Tutto ciò và avanti per almeno sei mesi; fino a quando, una sera, intorno alle ore 21.00, il giovane Marincola, provenendo dalla zona di Catanzaro Lido, dove si era recato ad ispezionare alcuni latifondi, viene seguito, nei pressi della salita di rione Samà, e bloccato da alcuni colpi di carabina che alcuni sconosciuti gli sparano contro.

Viene immediatamente soccorso da alcuni presenti, ma morirà dopo due ore circa. Alla notizia della morte di Saverio, Adele si rinchiude nel suo dolore. Non mangia più, non dorme più, non vuole vedere più nessuno. La magistratura indaga e scopre i colpevoli: sono i suoi fratelli. I tre fratelli De Nobili fuggono via salpando verso l'isola di Corfù. Adele, affranta, lascia il palazzo, arriva in carrozza fino a Pizzo Calabro e qui s'imbarca per Napoli dove viene accolta nel Convento delle "Murate Vive".

E qui, divenuta suora, vi trascorrerà il resto della sua vita. Nel contempo i fratelli, dall'isola di Corfù, condannati in contumacia, fanno sapere ai magistrati che, se il loro reato fosse stato perdonato, avrebbero rivelato alle autorità di una certa operazione rivoluzionaria che, dall'isola di Corfù, sarebbe approdata sulle coste calabresi per tentare di far insorgere gli animi al patriottismo, contro i Borboni. Questa spedizione, in effetti, era capitanata da due fratelli che, ufficiali nella Marina Austriaca, nel 1841 disertarono per la causa dell'unità e libertà d'Italia e fondarono la società segreta "Esperia", affiliata nel 1842 alla Giovine Italia di Mazzini.

I due fratelli erano i famosi Attilio ed Enrico Bandiera (Venezia 1810 e 1819, vallone di Rovito, Cosenza 1844) che sbarcarono in Calabria per fomentare una sollevazione ed, appunto, furono traditi e fucilati il 25 luglio 1844 a Cosenza per la delazione dei fratelli De Nobili. In conseguenza alla loro delazione, i fratelli De Nobili, furono prosciolti dalla condanna di omicidio e fu permesso loro di rientrare in Calabria. Il più piccolo di loro cercò di farsi perdonare dalla sorella ed andò a trovarla a Napoli pur sapendo che era difficile vederla ma, ella rifiutò risolutamente di incontrarlo.

Adele si considerava morta per il mondo intero e non avendo il coraggio di uccidersi, aveva deciso, pur soffrendo enormemente, di essere per sempre il simbolo del rimorso per i fratelli che si erano macchiate le mani di sangue. Dopo la morte di Adele, molti testimoni giurano di aver visto una figura spettrale, vestita da suora, aggirarsi nel Palazzo De Nobili.

Molti di essi sono gli impiegati del Comune di Catanzaro che, anche durante il giorno, vengono disturbati da rumori improvvisi (come lo strano trascinarsi di catene), spostamento di oggetti e improvviso chiudersi o aprirsi di porte. Inoltre, la notte, gli uomini di vigilanza dell'agenzia: "Buccafurri", dichiarano di rimanere con molto disagio nell'atrio del Municipio e, soprattutto, di essere timorosi nel fare il giro d'ispezione per le stanze, dato che alcuni di essi hanno visto e sentito lo spettro di Adele.

E' uno spirito ancora carico di rancore e di odio per la morte ingiusta del suo amato Saverio, vittima incolpevole di un amore non realizzato. Il fantasma della fanciulla torna nella casa paterna, nella speranza di rivedere ancora una volta il volto di Saverio, ma non può più farlo perché affacciarsi alla finestra della sua stanza è impossibile, in quanto, nel frattempo, è stata murata. L'anima della suora vaga poiché dannata. Non è stata, in effetti, la fede a farle prendere i voti, ma la disperazione e l'odio, quindi il suo giuramento verso Dio fu falso e ciò la condanna a vagare per sempre.

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