Jean-François Champollion fu senza ombra di dubbio un personaggio che ha lasciato il segno riguardo i progressi che sono stati compiuti nel campo della traduzione dei geroglifici egiziani.
Diceva di sé stesso: «Sono tutto dell'Egitto e l'Egitto è tutto per me».
Nacque nel 1790 a Figeac, nella Francia meridionale, era il secondo di due fratelli di un'umile famiglia umile, precocissimo, si dedicò allo studio delle lingue orientali; sedicenne, presentò all'Accademia di Grenoble una dissertazione nella quale, seguendo l'intuizione del gesuita A. Kircher (1602-1680), riconosceva nel copto una lingua derivata dall'antico egiziano.
A diciassette anni legge la prefazione del suo L'Egitto sotto i faraoni dinanzi all'Accademia di Grenoble, sostenendo che il copto deriva dall'antica lingua egiziana, con il risultato di essere eletto all'unanimità membro dell'Accademia stessa. Continuò i suoi studi fino ad avere una completa conoscenza del copto, tale da permettergli di comporre in questa lingua. Successivamente si trasferì a Parigi per frequentare dei corsi presso la Scuola speciale delle lingue orientali (École spéciale des langues orientales, fondata nel 1795, oggi Institut national des langues et civilisations orientales). All'età di venti anni era perfettamente padrone di molte altre lingue tra cui l'avestico, il sanscrito, il ge'ez, il persiano ed il cinese oltre a qualche dialetto antico. Il 10 luglio del 1809 fu nominato professore di storia a Grenoble e nel 1810 uscirono le sue prime pubblicazioni: sosteneva l'origine comune delle scritture geroglifica, ieratica e demotica, spiegando inoltre che i geroglifici presentavano non solo un carattere simbolico ma anche fonetico.
Continuò lo studio della lingua copta, della quale compose le grammatiche dei due principali dialetti e un dizionario. In questo periodo scrisse al fratello: «Mi dedico interamente al copto. Voglio sapere l'egiziano come il mio francese, poiché sono certo che su questa lingua sarà basato il mio grande lavoro sui papiri egiziani». Incontrò casualmente Napoleone Bonaparte (suo fratello Jacques ne era un sostenitore) mentre questi passava da Grenoble nella sua ascesa verso Parigi ed ebbe l'occasione di parlare con lui dei propri studi, affascinandolo. Nel 1818 sposò a Grenoble Rosine Blanc, che gli darà nel 1824 l'unica figlia, Zoraide. Lo scienziato britannico Thomas Young fu tra i primi a tentare di decifrare i geroglifici utilizzando principalmente la stele di Rosetta ma nel 1822 Champollion lo precedette, presentando all'Accademia delle iscrizioni e belle lettere (Académie des inscriptions et belles-lettres) di Parigi la tavola di corrispondenza tra i segni delle scritture geroglifica, ieratica e demotica. Tramite il sistema sperimentato su cartigli, ricopiati da artisti dai monumenti degli antichi faraoni in Egitto, riuscì a dimostrare di saper tradurre i nomi di Ramses e Thutmose.
Nel 1823 insieme all'amico Jean Joseph Dubois iniziò la pubblicazione del Pantheon egiziano (quindici volumi completati nel 1831). Nel 1824 presentò il suo Resoconto del sistema geroglifico degli antichi Egizi, aprendo le porte all'egittologia scientifica. Nel libro Champollion riportava l'insieme delle sue ricerche sui nomi degli dèi e dei faraoni egiziani, esponendo l'organizzazione di insieme della scrittura egizia in segni fonetici e ideografici: i segni fonetici sono i venticinque segni che indicano una consonante (il primo vero alfabeto della storia dell'umanità), a cui si aggiungono i segni per i gruppi di due o tre consonanti; i segni ideografici invece designano direttamente l'oggetto o sono determinativi per distinguere parole formate dalle stesse consonanti ma di diverso significato. In questo periodo ottenne il patrocinio del re per dirigersi in Italia al fine di esaminare varie collezioni museali come quelle di Torino, Livorno, Firenze, Napoli e Roma (dove visitò la Biblioteca Apostolica Vaticana). Dopo il suo ritorno dagli studi all'estero, nel 1826 fu nominato direttore della sezione egiziana del Museo del Louvre e si occupò della classificazione degli oggetti riportati in Francia dalla spedizione di Napoleone in Egitto. Tra il 1828 e il 1830 coronò il suo sogno partecipando a una missione scientifica franco-italiana in Egitto, insieme a Ippolito Rosellini, da dove riportò un'enorme messe di note, traduzioni, testi e altro materiale.
Al ritorno venne eletto membro dell'Accademia delle iscrizioni e delle belle lettere e ottenne la cattedra di Antichità egiziane al Collegio di Francia (Collège de France). Morì a Parigi il 4 marzo del 1832, a soli 41 anni, in seguito a un ictus e fu seppellito nel Cimitero di Père-Lachaise. In onore di Champollion è stato assegnato il suo nome a un cratere sulla superficie della Luna e ad alcune scuole a Grenoble, Figeac, Digione, Lattes e Albi. Il 19 dicembre 1986 è stato inaugurato a Figeac il Museo Champollion che, oltre alla vita e alle opere dell'egittologo, permette di ripercorrere la storia della scrittura.
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