lunedì 7 novembre 2011

un gallo di nome toro

Nel 1996 abitammo una casa in mezzo alla campagna. Era un paradiso al quale si accedeva da una stradina sterrata che si inoltrava per un kilometro e mezzo dentro ai campi, con 3 curve che nascondevano la casa all'orizzonte.

Era per noi il coronamento di un sogno che rincorravamo da tanti anni. La casa era magnifica ma quello che più ci interessava era il posto per tenere tanti animali e finalmente potevamo farci il nostro pollaio.

Mio marito comprò una sessantina di pulcini, dieci galline da uova e un gallo romagnolo. Bello bellissimo con un manto rosso e piume verdi e blu che formavano la coda rifinita ai lati da un ciuffo di piumette lunghe dorate. Lo chiamammo Toro, in effetti era un pò un torello,....
massiccio poderoso non gli sfuggiva una gallina, ma sempre con eleganza e non prima d'averle corteggiate con una offerta di cibo. Passarono tre anni e il nostro pollaio, dopo ad una selezione naturale senza alcun antibiotico e senza mangime, si era fatto bello veramente. Toro troneggiava sulle sue quasi quaranta galline e nidiate di pulcini suoi figli.

La gallina preferita dell'arem era la "sellerona" una gallinona giunonica con le piume ai piedi, la chiamavamo anche "il condominio" perchè di notte tutti i pulcini, anche quelli di altre covate, andavano sotto le sue piume. Era talmente grande che li copriva tutti ma all'alba lasciavano il condominio per uscire con "francesina" una chioccina amburghese piccola piccola che riusciva a passare da una maglia un pò allargata del pollaio e che faceva razzolare tutti i pulcini.

Era una mamma eccezzionale, difendeva i suoi pulcini con le unghie e con il becco, era abbastanza frequente vederla sulla schiena dei nostri cani che attaccava per paura per i suoi piccoli, che i miei cani non guardavano nemmeno.  

Toro si faceva sempre più grosso e alla mattina ci svegliava con il suo canto poderoso. La sua prole cresceva e un bel giorno si fecero adulti anche due galli, suoi figli, che si misero in competizione con lui. Pensavamo che Toro riuscisse a tenerli a bada e invece un giorno non lo troviamo a girare con le sue femmine.

Lo troviamo a terra sotto ad un pesco tutto insanguinato esanime, sembrava morto. Mi resi conto che aveva una ferita alla cresta che continuava a buttare sangue e con la velocità di un "codice rosso" gli cauterizzai la ferita con un ferro arroventato sulla fiamma del fornello della cucina.

Per una settimana se ne stette in una cassetta vicino alla stufa senza dare segni di ripresa. Gli davo, con una siringa senza ago, una pappina di farro molto liquida e con pazienza si riprese, intanto mio marito fece sparire i due galli che ora iniziavano a combattere fra di loro.

Stemmo molto attenti a fare in modo che un'altro maschio non crescesse nel pollaio e fù così che Toro ebbe il dominio assoluto sul suo arem. Invecchiando non sopportava più tanto bene il freddo allora alla sera lo portavamo in casa e lui infilava la testa fra gli elementi del termo per stare al caldo.

Una sera andammo a prenderlo, come facevamo ogni sera da due inverni, per portarlo in casa al caldo ma lo trovammo morto nel suo angolo dove ci aspettava. Aveva sette anni ed era morto di vecchiaia ed era già una buona cosa che un gallo non finisse in una pentola dopo una morte violenta. Anche lui lo bruciammo per far volare quell'anima nel suo "pollaio".

1 commento:

Legolas Helda ha detto...

Che bella storia Galadriel! Anche Toro, può annoverarsi tra i pochi privilegiati che sono capitati in un'ambiente dove sono vige l'amore, il rispetto, e la cura di questi esserei viventi privi di malizia e malvagità!
Grazie, per quanto affetto riuscite tu e tuo marito a dare. Vita lunga e prospera.

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